Il trionfo della poesia sulla Croisette. Dopo il magnifico Neruda di Pablo Larraìn alla Quinzaine, questa volta è Jim Jarmusch a illuminare di ars poetica il concorso del 69° Festival di Cannes. Veterano del festival ma ancora senza una Palma d’oro nel curriculum, il talentuoso 63enne cineasta dell’Ohio potrebbe finalmente assicurarsela per il suo incantevole Paterson. Omaggio alla “tranquilla quotidianità di tranquilli esseri umani in una tranquilla cittadina del New Jersey” deve il suo titolo proprio alla città di Paterson, per lo più ignota al mondo ma vera e propria ossessione del regista da quando era bambino e viveva a New York.
“È vicino a New York ma sembra un altro universo, eppure a Paterson sono vissuti grandi poeti e scrittori come William Carlos Williams e Allan Ginsberg” spiega Jarmusch che quest’anno a Cannes sarà ancora protagonista tra qualche giorno fuori concorso con il suo documentario Gimme Danger su Iggy Pop: il musicista è atteso sulla Croisette e la sua presenza scatenerà sicuro delirio tra i fan. Protagonista del film scandito nei 7 giorni della settimana proprio come un poema in sette strofe, è una giovane coppia di sposi interpretata da Adam Driver e dalla star iraniana Golshifteh Farahani. Lui è un semplice conduttore di autobus appassionato di poesia e aspirante poeta, lei una casalinga creativa: vivono l’ordinarietà osservandola nella loro straordinarietà, cioè nello stesso modo con cui da sempre Jarmusch ha trasformato ogni dettaglio del reale in un gesto artistico.
“Volevo creare un antidoto all’azione e all’eccitazione indiscriminate, Paterson vuole essere un film sull’osservazione delle mini variazioni della quotidianità, ma anche una storia d’amore tra persone normali, che sanno apprezzare il proprio presente” ha spiegato il regista. Cineasta indipendente e adorato dalla cinefilia mondiale, Jarmusch inserisce in Paterson un omaggio anche all’anarchico italiano Gaetano Bresci, che nella cittadina trascorse un periodo della sua vita.
La giornata americana di Cannes ha visto anche l’altro concorrente di giornata provenire dagli USA, ovvero il giovane Jeff Nichols con il dramma Loving. Seppur non cinematograficamente memorabile, il film ricrea con dedizione la vera storia della coppia mista formata da Richard Loving e sua moglie Mildred, lui bianco e lei nera, avvenuta nella Virginia alla fine degli anni Cinquanta quando i matrimoni misti erano ancora fuori legge. Animati da amore cristallino, i due sposi dovettero subire un autentico calvario per riuscire, infine, a far valere i propri diritti “federali” contro lo Stato della Virginia davanti alla Corte Suprema di Washington.
Last but not least, sulla Croisette oggi è arrivato anche Robert De Niro, protagonista sia di un film invisibile alla stampa (hanno inspiegabilmente cancellato la proiezione per i giornalisti dunque la pellicola è interdetta a chi non ha il biglietto…) fuori concorso dal titolo Hands of Stone, sia dell’omaggio per i 40 anni di Taxi Driver, festeggiato anche da Jodie Foster in apertura di festival. Il divo newyorkese ha comunque deliziato i fotografi presenti a Cannes con un generoso e sorridente photocall.