Sì, se non ve ne siete ancora accorti, il Re è nudo. Ma ha trovato il modo di rivestirsi. E la società del terrore è l’abito confezionato su misura da un sistema trasversale (manipolatorio) che dimostra di aver (sempre più!) paura persino dell’ombra di se stesso. Avete sentito cos’è successo ieri? La favoletta ‘Al lupo, al lupo!’ è riecheggiata nello scempio eseguito all’Old Trafford (resterà nel libro del Guinness dei primati!), inscenato nel più famoso stadio di Manchester: dimenticato nel bagno un finto ordigno assemblato dalla ditta incaricata poche ore prima di simulare le prove di evacuazione anti-terrorismo nel tempio dei Red Devils, ha provocato lo stesso effetto (certo, senza vittime!) di uno vero attribuito (o attribuibile!) ad al Qaeda, Isis & C.

S’è trattato solo dell’ultimo episodio di una serie irreale che siamo costretti a vivere da più d’un decennio (dalle Torri Gemelle in poi!) e che anche a Roma ha trovato un illustre precedente (ricordate il fuggi fuggi generale per il fucile giocattolo – con tanto di tappo rosso! – avvistato alla Stazione Termini?). Se non fosse che di mezzo c’è il sequestro di migliaia di persone, cittadini inermi, costrette a vivere in questo psicodramma di allerta e apprensione continua, non avrei difficoltà a definire la cosa semplicemente come ridicola! Una pagliacciata! (e bando ai benpensanti, agli psico-sociologi di fama e agli esperti di strategie militari che daranno la loro ‘versione illuminata’ in queste ore di commento post-frittata inglese: che l’intelligence torni a fare l’intelligence, ovvero prevenzione sotto traccia, senza romperci ogni giorno ‘i nostri cosiddetti’, comprimendo le nostre libertà con informazioni inutili, o meglio utili solo ad alimentare questa spasmodica richiesta di protezione, rilanciata da mass media complici del brutale e perverso meccanismo).

E’ chiaro che, nella società del controllo di massa, continuando a nutrirci quotidianamente di frequenze negative professate da politiche euro-occidentali sempre in bilico e sull’orlo di una crisi (non solo) di nervi, partorite da una classe politica delegittimata (da noi, tre capi di governo consecutivi, dico tre, che nessuno ha votato) e in perenne crisi d’identità per un sistema (paese, continente, Occidente) giunto praticamente al collasso… (dicevo) è chiaro come tutta questa melassa non possa che partorire nella mente della collettività gli stessi effetti collaterali abituati a vedere sul grande schermo del cinema in un film horror.

Stride poi che l’episodio d’oltre Manica di ieri sia, praticamente, avvenuto in concomitanza con le celebrazioni della Giornata Mondiale della Pace promossa dalla Dichiarazione del Fuji, quando migliaia di persone in tutto il mondo (dal Giappone all’India, Italia compresa) si sono unite in una catena sottile (senza barriere) per un compiere un salto quantico accompagnato da mudra e ritmi mantrici di pace. Pace, una parola che oggi ci sembra inutile, quanto desueta. Ma che invece è fondamentale. Perché il conflitto, nell’universalità delle frequenze, è bene dirlo che resta (e ci resterà ancora chissà per quanto altro tempo) prigioniero solo ed esclusivamente nelle nostre menti. Finché non saremo in grado di liberarcene, riappropriandoci delle nostre esistenze. Senza controlli, né controllori. Semplicemente da donne e uomini liberi!

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