Il primo cittadino continua a ribadire che la sua sospensione, almeno dal punto di vista delle procedure, non si basa su violazioni comprovate: "Non c'è nessun regolamento interno che tratti la tematica degli avvisi di garanzia e le regole per attivare la procedura di espulsione non sono state violate". Ma Di Maio ribatte: "Speriamo possa dimostrare che non ci ha tenuto nascosto l'avviso di garanzia per tre mesi"
Federico Pizzarotti è convinto che non ci sia un fondamento per la sua sospensione ed eventuale espulsione dal Movimento 5 stelle. Lo spiega pubblicando su Facebook l’avviso di garanzia dell’indagine per abuso d’ufficio in cui è coinvolto per le nomine dei vertici del Teatro Regio, e lo ribadisce a margine di una conferenza stampa in Comune. “Dal punto di vista delle procedure siamo convinti di essere nella ragione, non abbiamo violato nessun regolamento. Saranno gli altri a dover dimostrare che siamo nel torto” ha detto il sindaco di Parma, accusato dal direttorio di non essere stato trasparente verso il Movimento e soprattutto verso i suoi cittadini. Anche se in ritardo sulle aspettative di Luigi Di Maio, dello staff e di Beppe Grillo, alla fine da Parma la carta della trasparenza è stata giocata. Dopo quattro giorni di polemiche e fuoco incrociato, Pizzarotti ha pubblicato online l’avviso di garanzia recapitatogli il 18 febbraio 2016. È il pomo della discordia tra la città ducale e i vertici Cinque stelle, il documento che attesta che il sindaco è indagato insieme al suo assessore alla Cultura Laura Ferraris e agli altri tre componenti del Cda della Fondazione Teatro Regio. È quello che secondo il direttorio avrebbe dovuto mostrare, appena ricevuto, ai suoi cittadini e alla cabina di regia del Movimento, che invece hanno saputo del suo coinvolgimento nell’inchiesta della Procura dai giornali soltanto tre mesi dopo. Per questo venerdì scorso è arrivata la sua sospensione via blog con la richiesta di rendere noti quei documenti.
Il primo cittadino dunque è convinto di essersi comportato nel modo corretto, e soprattutto continua a ribadire che la sua sospensione, almeno dal punto di vista delle procedure, non si basa su violazioni comprovate: “Ho riguardato tutti i regolamenti, statuti, non statuti e non c’è nessun regolamento interno che tratti la tematica degli avvisi di garanzia e le regole per attivare la procedura di espulsione non sono state violate”. Anche sulla mancata trasparenza che gli viene contestata, il sindaco dichiara che “non è citata espressamente in nessuno dei suddetti regolamenti, ma compare nel codice di comportamento dei gruppi parlamentari. Ecco, anche assumendomi quell’obbligo, non lo avrei comunque violato”. Pizzarotti ha ripetuto poi di essere pronto al confronto con i parlamentari, magari anche con l’assemblea interna richiesta da alcuni di loro. “Per me va benissimo chiarire anche via streaming, io sono pronto”.
In questi giorni il sindaco sta preparando insieme al suo gruppo di maggioranza le controdeduzioni da inviare allo staff di Grillo sulla sua sospensione, che pubblicherà anche online, “in modo che tutti possano essere informati. Dimostreremo che non c’erano i presupposti nemmeno per far partire la procedura di sospensione”. Di Maio in un’intervista al Corriere.it ha ribattuto: “Speriamo possa dimostrare che non ci ha tenuto nascosto l’avviso di garanzia per tre mesi”, ma il potere per l’espulsione, dice, “spetta al garante che è Beppe Grillo”. Risponde a distanza Pizzarotti, che sul sistema e sull’organizzazione dei Cinque stelle, da cui ora dipenderà anche la sua permanenza nel Movimento, ha molto da dire, a partire dal direttorio e dal comitato dei garanti che dovranno valutare su casi come il suo: “Chi nomina i garanti? – chiede il sindaco – come viene scelto il direttorio? Come si sostituiscono i suoi membri? E’ Beppe Grillo che manda le email, anche se ora è in giro per l’Italia per il suo tour?”.
La guerra interna va avanti ormai da giorni. Anche Filippo Nogarin, sindaco di Livorno su cui pende un altro avviso di garanzia, attorno al quale però il Movimento ha fatto quadrato, in un primo momento aveva difeso il collega, ma ha poi preso le distanze, sottolineando la differenza tra la sua situazione e quella di Parma: “Pizzarotti non è stato trasparente – risponde al Corriere.it – non è stato sospeso per l’avviso di garanzia, ma per avere aspettato tre mesi prima di rendere noto il provvedimento”.
Da Parma Pizzarotti continua come niente fosse la sua attività istituzionale. In calendario c’è un viaggio a Corfù, nei giorni scorsi si vociferava potesse saltare, invece tutto procederà come previsto. “Andare a Roma? – conclude il sindaco – in tutte le mie trasferte con l’Anci ho chiesto di essere ricevuto dal direttorio, erano sempre tutti impegnati. Penso che i parlamentari abbiano molto più tempo libero di un sindaco, io devo tenere fede ai miei impegni. Ora è il momento che qualcun altro metta da parte l’orgoglio e venga qui per chiarire”.