Il vicepresidente del Csm, secondo Repubblica, ha dato l'aut aut dopo sei mesi di stallo sulla scelta del successore di Bruti Liberati. Ma la burocrazia bizantina dell'organo di governo della magistratura favorisce lo slittamento. Cosa che potrebbe sfavorire Francesco Greco
Dopo sei mesi di stallo, il vice presidente del Csm Giovanni Legnini ha dato un aut aut: vuole che la commissione incarichi direttivi dell’organo di governo della magistratura voti per designare il nuovo numero uno della Procura di Milano – successore di Edmondo Bruti Liberati che è andato in pensione lo scorso novembre – giovedì 19 maggio. Ultima data utile per evitare il rinvio a giugno, quando sono in calendario le elezioni amministrative. A scriverlo è Repubblica, secondo cui Legnini vuole evitare a tutti i costi che la scelta slitti a dopo l’elezione del nuovo sindaco del capoluogo lombardo.
Il 15 aprile la commissione si è spaccata su tre candidati: Francesco Greco, attuale aggiunto che si occupa di criminalità economica, Alberto Nobili, altro aggiunto esperto di criminalità, e Gianni Melillo, attuale capo di gabinetto del ministro Andrea Orlando, ex aggiunto a Napoli.
Secondo quanto riporta il quotidiano romano, due dei tre relatori della pratica fanno resistenza rispetto alla richiesta di sveltire i tempi rispetto alla “procedura bizantina” del Csm. Che prevede la necessità di presentare al titolare della Giustizia un corposo profilo di ognuno dei selezionati per ottenere il suo “concerto” sull’idoneità. I pareri sono stati affidati a Paola Balducci per Greco, Elisabetta Alberti Casellati per Melillo e Claudio Galoppi, togato di Magistratura indipendente, per Nobili. Gli ultimi due non hanno però ancora finito il lavoro.
Nel caso l’appuntamento di giovedì salti, il rinvio a giugno, nella settimana a ridosso del voto, diventa quasi obbligato. E a quel punto, riferisce Repubblica, il rischio è che il nome di Greco risulti bruciato perché “se vince Sala allora non si può nominare anche un procuratore di sinistra come Greco”.