Polemiche dopo l'intervento del dj alla trasmissione di Nicola Porro. Roberto Burioni del San Raffaele di Milano: "Informazioni false". I due deputati Pd Anzaldi e Lenzi presentano un'interrogazione in Vigilanza Rai. "La Rai chiarisca se sono previsti per il futuro spazi di informazione scientifica straordinaria dedicati al tema dei vaccini"
“È assolutamente demenziale. Cioè, nel senso che è assurdo. Non puoi obbligare a vaccinare i bambini“. Giovedì 12 maggio, puntata di Virus su Rai2 con Nicola Porro. A intervenire è Red Ronnie che prosegue: “Hai detto – dice rivolgendosi al giornalista – che un bambino è morto per pertosse. Quanti bambini sono morti per dei vaccini o degli effetti collaterali? Quanti bambini sono morti? Si chiamano morti bianche. 1500 in un anno e dicono che, guarda caso, avvengono due e tre giorni dopo le vaccinazioni“. Per lui inutili. Il tetano, ad esempio, “lo vedi un bambino che lavora la terra?”. E continua: “Siamo alla follia totale secondo me. La prevenzione avviene col vaccino? E’ l’errore più grave, perché il nostro corpo prevenisce (cit.) automaticamente con le difese immunitarie“. Poi la domanda: “Come facciamo ad alzarle? Dovremmo spingere le mamme ad allattare i bambini. La prevenzione deve avvenire in modo naturale“. La più grande prevenzione “è con l’alimentazione. Io – sostiene – me ne sono accorto sul mio corpo essendo prima vegetariano e poi vegano dal 1990. E’ da allora che non mi ammalo e non prendo antibiotici“. Quindi “perché dobbiamo prevenire vaccinando quando ci sono tantissime particelle metalliche che sono anche dannose a scoppio ritardato?”.
Il medico Burioni: “Notizie false e pericolose” – Parole che hanno portato a un’interrogazione di due parlamentari Pd in Vigilanza Rai e suscitato l’indignazione del medico Roberto Burioni, anche lui ospite della trasmissione e direttore della Scuola di specializzazione in microbiologia e virologia e specialista in immunologia clinica e allergologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. In un post su facebook – visualizzato 5 milioni di volte – Burioni ha definito quanto dichiarato dal “DJ in lieve disuso, Red Ronnie” uno “sproloquio senza senso”, che ha mescolato “vaccini, terapia Stamina, morti bianche (?), l’inefficacia del vaccino contro il vaiolo (qualcuno gli ha detto che grazie al vaccino il vaiolo è sparito?), pericolosità del mercurio (che non c’è più nei vaccini) e concludendo con l’affermazione che uno stile di vita sano, insieme all’allattamento materno, PREVENISCE (sic) le malattie”. “Io – continua il medico – ho fatto quello che potevo: ma mi è stato concesso un tempo minimo e infine le mie affermazioni (vere) si sono trovate sullo stesso piano di quelle di questi tre signori, tutte false. Insomma, io che studio i vaccini da una vita ho avuto molto meno spazio di tre personaggi che – credetemi – non sanno né cosa sia un virus, né cosa sia un vaccino”.
Le affermazioni di Red Ronnie, per Burioni non devono essere tollerate “in generale, ed ancora meno debba essere tollerato in una televisione pubblica, che viene sostenuta dalle nostre tasse e dal canone. Non ritengo che si possano impunemente e volontariamente diffondere notizie non solo false, ma anche pericolose, in quanto potrebbero indurre nei genitori un comportamento che può mettere a rischio grave i figli loro e degli altri”. Il medico ha inoltre lanciato un appello al servizio pubblico: “E mi chiedo come il ministro della salute, Beatrice Lorenzin, possa permettere che, mentre da un lato lei spende dei denari pubblici per migliorare la salute degli italiani promuovendo la prevenzione, dall’altro consente che con gli stessi soldi pubblici si diffondano notizie false che porteranno i genitori a fare scelte che metteranno a rischio la salute dei cittadini. (…) Questo non possiamo tollerarlo. Contro questo dobbiamo gridare forte, e alzare la voce”.
Alle polemiche aveva risposto anche Porro all’indomani della puntata: “Se Red Ronnie dice delle sciocchezze in diretta, noi abbiamo fatto parlare gli altri, mandato in onda servizi e fornito dati che mostravano, numeri alla mano, il contrario. Abbiamo aperto ricordando il caso della bambina morta di pertosse a un mese al Sant’Orsola, nell’autunno scorso. Una tragedia che ha reso concreto l’allarme lanciato dai report sui vaccini, che segnano cali di copertura ormai da anni. L’ultimo documento disponibile rivela che in Emilia Romagna per la prima volta le coperture dei bimbi di due anni delle vaccinazioni ‘obbligatorie’ antipolio, antidifterite, antitetano, antiepatite B sono scese al di sotto del 95%”. Infine il sondaggio ‘è giusto obbligare i bambini a fare i vaccini?’. L’80% delle risposte – concludeva – è stata favorevole”.
L’interrogazione in Vigilanza Rai: “Servizio pubblico rafforzi la collaborazione con centri sanitari specializzati” – Ma sul caso sono intervenuti anche i deputati del Pd Michele Anzaldi (segretario della Commissione di vigilanza Rai) e Donata Lenzi (componente della Commissione Affari sociali) in un’interrogazione parlamentare presentata alla Rai in Vigilanza. “La trasmissione ‘Virus’ – scrivono – ha permesso di far emergere la forte presa che opinioni prive di alcun fondamento scientifico hanno in alcuni settori della società, tanto da portare negli ultimi mesi a un calo senza precedenti della vaccinazione. Alla luce del dibattito che si è aperto e che dimostra la presenza di una profonda ignoranza su questi temi in alcune fasce della popolazione, in certi casi anche di istruzione medio-alta, la Rai chiarisca se sono previsti per il futuro spazi di informazione scientifica straordinaria dedicati al tema dei vaccini”. E ricordando l’appello di Burioni – in cui si sottolinea che “‘il drammatico calo di copertura vaccinale contro malattie pericolose e molto contagiose come il morbillo, oltre a mettere a rischio i bambini non vaccinati che possono ammalarsi, permette la circolazione del virus, fatto che può avere conseguenze catastrofiche per chi non si può vaccinare” – i firmatari dell’interrogazione richiedono “alla Rai di chiarire inoltre se non sia opportuno che il servizio pubblico rafforzi la collaborazione con i centri sanitari specializzati e con la comunità scientifica riconosciuta, nel prevedere nuovi spazi di informazione su questo ambito”.