Dopo Dilma Rousseff anche il presidente ad interim brasiliano Michel Temer, che proprio oggi ha annunciato la nomina della task force per il settore chiave dell’economia e del governatore della banca centrale, rischia il processo di impeachment. La Corte suprema ha infatti dichiarato ammissibile la richiesta presentata dall’avvocato Mariel Marley Marra.
Quest’ultimo si è rivolto ai giudici supremi dopo che la sua richiesta era stata archiviata dal presidente della Camera, Eduardo Cunha, sospeso a sua volta dalle funzioni, compagno di partito di Temer e suo alleato nel braccio di ferro istituzionale per l’impeachment della presidente Rousseff, sospesa per 180 giorni la settimana scorsa.
Il giudice supremo Marco Antonio Mello ha accolto la richiesta di impeachment e spetterà ora al presidente della Corte suprema, Ricardo Lewandowski, definire la data per la discussione. Se la Corte valuterà che sussistono gli estremi per l’apertura di un procedimento, il caso sarà inviato alla speciale commissione della Camera, come già avvenuto per Dilma.
Mello si era già espresso a favore dell’apertura di un procedimento di impeachment alla Camera per Temer, ma Cunha non aveva tenuto conto del suo parere ed aveva insabbiato. Un episodio che aveva fatto scatenare le proteste della presidente Rousseff e del suo Partito dei lavoratori (Pt), che accusarono Cunha di proteggere Temer e di ordire un “golpe” contro il governo legittimamente eletto.
L’avvocato Marra non si è perso d’animo e si è rivolto alla Corte, che oggi ha dichiarato ammissibile il suo ricorso. “Sono convinto che Dilma e Temer debbano essere processati insieme, visto che hanno firmato gli stessi decreti contrari alla legge di bilancio federale. E’ questo è un reato”, ha detto l’avvocato Marra, 36 anni, chiare origini italiane, originario dello stato di Minas Gerais, che ha detto di non essere legato ad alcun partito.
“Non ho presentato la denuncia contro Temer per aiutare il Partito dei lavoratori, anche perché avevo presentato anche un ricorso nel marzo scorso contro la nomina a ministro dell’ex presidente Lula”, ha spiegato.
Temer si difende sostenendo che non può essere ritenuto responsabile della firma apposta sui decreti quando sostituiva Dilma, in viaggio all’estero, in quanto non aveva partecipato alla stesura di tali decreti né alla formulazione della politica economica del governo. “Il vice presidente, nell’esercizio delle funzioni di presidente, è responsabile degli atti che firma. Ne ha una responsabilità diretta. Se li ha firmati, deve risponderne”, ribatte Marra.
A risolvere la controversia sarà la Corte suprema, proprio mentre Temer sta mettendo in piedi la squadra di governo per tentare di rilanciare l’economia del gigante sudamericano sprofondato in recessione. Il presidente ad interim ha indicato oggi l’economista di origini israeliane Ilan Goldfajn come nuovo governatore della banca centrale. Quello di Goldfajn, 50 anni, esperto di politiche monetarie con incarichi al Fondo monetario e alla Banca mondiale, è un ritorno alla Banca centrale, dove aveva diretto dal 2000 al 2003 l’ufficio di politica economica con l’allora governatore Arminio Fraga.