Le previsioni dell'istituto di statistica sono allineate con quelle della Commissione ma inferiori, per quanto riguarda il progresso del prodotto interno lordo, alle stime del governo. L'occupazione è data in aumento dello 0,8% in termini di unità di lavoro
Dopo il +0,3% messo a segno nel primo trimestre, l’Italia continuerà a crescere a ritmo lento: nel 2016, scrive l’Istat nelle sue Prospettive per l’economia italiana 2015-2017, il prodotto interno lordo aumenterà dell’1,1% in termini reali. Il governo, nel Documento di economia e finanza, ha stimato un progresso dell’1,2%. L’istituto di statistica, la cui previsione è in linea con quelle più recenti della Commissione Ue, ritiene che a domanda interna al netto delle scorte contribuirà positivamente alla crescita del Pil per 1,3 punti percentuali, mentre quella domanda estera netta e la variazione delle scorte forniranno un contributo negativo pari a un decimo di punto percentuale ciascuna.
Nel 2016 la spesa delle famiglie in termini reali è stimata in aumento dell’1,4%, alimentata dall’incremento del reddito disponibile e dal miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione è dato in calo all’11,3%, dall’11,9% registrato nel 2015 e l’occupazione dovrebbe aumentare dello 0,8% in termini di unità di lavoro.
Secondo l’Istat, la stima preliminare del Pil per il primo trimestre 2016 (+0,3%) ha confermato, seppure con intensità moderata, il proseguimento della fase espansiva dell’economia. Alcuni dei fattori a supporto, come il basso livello dei prezzi dell’energia, la riduzione dei tassi di interesse e il graduale miglioramento della fiducia dovrebbero far sentire i loro effetti anche quest’anno, prevede l’istituto. Le prospettive di breve termine suggeriscono una prosecuzione della ripresa dei ritmi produttivi, con un rafforzamento atteso nel secondo semestre.
Tuttavia restano i soliti rischi al ribasso, rappresentati da un rallentamento più deciso del commercio internazionale e dall’eventuale riaccendersi di tensioni sui mercati finanziari. All’opposto, scrive l’Istat, una ripresa più accentuata del processo di accumulazione del capitale, legata allo sviluppo delle politiche nazionali ed europee, costituirebbe un ulteriore stimolo alla crescita economica. Le previsioni incorporano le misure descritte nel Documento di economia e finanza diffuso ad aprile 2016.