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L’Unità, D’Angelis lascia la direzione: arriva Luna, consulente di Renzi per il digitale

Alla guida del quotidiano fondato da Antonio Gramsci andrà l'ex direttore di Wired e Il Romanista. Il giornale andrà incontro a una pesante ristrutturazione: i giornalisti passeranno da 33 a 16. Alla base dei tagli i conti in rosso
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A meno di un anno da ritorno in edicola, nuovo cambio ai vertici della direzione L’Unità, il giornale fondato da Antonio Gramsci e di cui il Pd possiede il 20%. Secondo quanto rivelato dal Corriere della Sera, dal 1° giugno Erasmo D’Angelis sarà sostituito da Riccardo Luna, già alla guida de Il Romanista e di Wired.

Consulente di Renzi per il digitale, era intervenuto dal palco della Leopolda per sostenere il bisogno d’innovazione in Italia. Inoltre lo scorso 28 aprile era stato ospite di “Matteo risponde” per parlare “dell’iniziativa ‘Internet Day’ – aveva scritto su Facebook il presidente del Consiglio nella presentazione dell’appuntamento web – e di tutti gli impegni italiani sulla banda larga e la sfida digitale”.

Per D’Angelis si profila un ritorno al passato, ovvero a Palazzo Chigi visto che, prima di guidare il quotidiano, era coordinatore della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico #italiasicura. Era stato chiamato dallo stesso Renzi nel 2014.

Alla base del cambio ci sono i conti dissestati de L’Unità, che si avvia a un pesante ridimensionamento della redazione. “Per contenere i costi – scrive il quotidiano di Via Solferino – l’editore prevede di dimezzare il numero dei giornalisti: da 33 a 16″. Un’operazione “avviata sotto la supervisione” del presidente del Consiglio, motivata dai conti. In profondo rosso. Il giornale infatti, dalla riapertura dell’anno scorso, ha perso “oltre 250mila euro al mese”, arrivando a vendere soltanto 8mila copie al giorno a fronte delle 60mila stampate.

I tagli riguarderanno per prima – e in maniera più pesante – l’edizione cartacea, che torna al formato tabloid. Il ruolo di Luna sarà determinante per un rilancio della testata sulle piattaforme social e attraverso il canale unità.tv, “anche per giocare la dura battaglia in vista del referendum di ottobre sulla riforma costituzionale”.

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