Dopo l’ottima esperienza della serie Borderlands Gearbox Software torna allo sparatutto in prima persona, con Battleborn. Molti hanno definito questo titolo un MOBA, alcuni lo hanno invece relegato nell’universo degli FPS, mentre altri lo hanno accusato di essere una spudorata copia di Overwatch. In realtà, Battleborn non è niente di tutto ciò o, meglio, non può essere accostato ad un unico genere, e benché meno all’opera di Blizzard, con la quale condivide sì un’esperienza votata al multiplayer e al gioco di squadra proponendo però delle meccaniche ed un sistema di progressione dei personaggi profondamente diversi. Ma procediamo con ordine.
Battleborn pone i riflettori su venticinque folli combattenti chiamati a difendere Solus, l’ultima stella che ancora brucia nell’universo, dall’attacco di misteriose forze maligne. E, sostanzialmente, la trama si ferma qui. La modalità Storia offre solo otto missioni della durata di circa quaranta minuti ciascuna, nelle quali ci troveremo impegnati in scontri 5 vs 5 basati su una visuale dinamica in prima persona. La campagna principale può essere affrontata sia in single player che in co-op o, ancora, giocando assieme ad altri quattro giocatori. In quest’ultimo caso, il titolo offre un sistema di matchmaking basato unicamente sulle preferenze di ciascun utente. Perciò rischieremo spesso di ripetere una missione appena conclusa o, peggio ancora, di avventurarci in un livello che non ha nulla a che vedere con la nostra attuale progressione. D’altro canto, affrontare l’intera campagna in solitaria porta via gran parte del divertimento, per cui unirsi ad un gruppo di amici e procedere assieme rappresenta spesso la scelta migliore.
È invece nel comparto multiplayer che Battleborn rivela tutte le sue potenzialità, affiancando ad un vasto e insolito roster di personaggi tre diverse modalità di gioco: Cattura, Fusione e Incursione. La più interessante è senza ombra di dubbio quest’ultima che, rifacendosi alle meccaniche dei MOBA, pone in campo due squadre composte da cinque eroi ciascuna che si affrontano a viso aperto, cercando di distruggere le sentinelle nemiche ed i minion avversari. Cattura e Fusione basano invece gli scontri su un sistema di punteggi relativi alle nostre gesta.
In ogni caso, sia che si decida di giocare in multiplayer o in single player, Battleborn offre un sistema di crescita rapida dei personaggi, chiamato Helix, che ci permette di avanzare fino al livello 10 durante ogni partita. Ciò si traduce in scontri più equilibrati, le cui sorti dipenderanno unicamente dalle abilità dei giocatori e dal buon assortimento della squadra.
Dal punto di vista tecnico, Battleborn è un vero e proprio tripudio di colori. L’inconfondibile tratto cartoonesco di Gearbox Software esalta a pieno lo stile di gioco, offrendo venticinque personaggi meravigliosamente caratterizzati ed ambientazioni ben strutturate sotto ogni punto di vista. Il doppiaggio italiano è inoltre di ottimo livello, così come gli effetti sonori legati alle azioni compiute sul campo di battaglia.
Battleborn è un titolo dai ritmi incalzanti e frenetici che fonde tra loro diversi generi, MOBA e FPS in primis, senza però tralasciare l’elevata impronta strategica dell’opera e l’importanza di un’assidua cooperazione tra i giocatori appartenenti alla stessa fazione. Il caratteristico tocco di Gearbox Software contribuisce inoltre a creare un’esperienza unica, impeccabile dal punto di vista tecnico ma carente sul lato narrativo. In buona compagnia, Battleborn assicura senza alcun dubbio innumerevoli ore di divertimento ma, diversamente, potrebbe presto annoiare il giocatore a causa di un matchmaking squilibrato e del tutto casuale. In ogni caso, tutti gli appassionati delle opere prodotte dallo studio texano non rimarranno certo delusi da questo nuovo titolo.
A cura di Agnese Carluccio