Nel corso della presentazione del mio libro Rischio e Previsioni, cosa ci dice la scienza sulla crisi (Laterza, 2016 – in inglese Springer 2016) al Dipartimento di Economia dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, cui hanno partecipato il prof. Monica Billio (direttore del Dipartimento di Economia) e il prof. Andrea Zorzi, vi è stato un dibattito con l’economista Michele Boldrin. Poiché a mio giudizio sono stati sollevati vari temi d’interesse generale sulla scientificità dell’economia neoclassica, che ho discusso varie volte nel passato, prima di proporre il video dell’incontro (vedi in fondo) cerco di fissare i termini del dibattito e di riportare le mie opinioni su alcuni dei punti che sono stati sollevati.
La mia tesi è riassunta nei seguenti punti:
1. Le previsioni nella scienza servono a verificare le teorie, cioè le ipotesi e le assunzioni alla base di queste teorie;
2. C’è stato un fallimento nella previsione di tutte le recessioni avvenute dal 1989 al 2012 (si veda anche qui). Ma il più spettacolare fallimento è stato nella previsione della crisi del 2008 (che invece alcuni economisti aderenti a scuole diverse da quella neoclassica hanno diagnosticato per tempo).
3. I modelli comunemente usati per fare previsioni sono basate sulla teoria neoclassica;
4. L’economia neoclassica poggia dunque su ipotesi e assunzioni che non sono consistenti con la realtà e per questo motivo è una pseudo-scienza;
5. Anzi l’economia neoclassica ha dato supporto all’idea che i mercati liberi vadano all’equilibrio in maniera naturale e dunque che deregolamentando e liberalizzando i mercati si sarebbe aumentata l’efficienza del sistema economico. Al contrario, così facendo si sono create le condizioni per il regime di instabilità che ha dato luogo alla crisi.
La tesi di Michele Boldrin è questa [questo è quello che sono riuscito a estrarre, citazioni quasi letterali, ma ovviamente fa fede il video – per questo ho messo i minuti precisi]:
1. “Il mito secondo cui gli economisti non hanno previsto la crisi, è un mito” (min: 44:10);
2. “Nessuno sapeva chi sarebbe andato a pancia all’aria perché molta di quell’informazione è privata [….] e se qualcuno davvero lo avesse saputo e sapesse prevedere anche vagamente quando una crisi finanziaria avviene ovviamente non lo direbbe a nessuno e ovviamente sarebbe multi multi multi trilionario e dunque nessuno l’ha previsto” (min: 45:45);
3. “Non c’è niente nella teoria dei mercati efficienti che dica che si sappia prevedere perfettamente. Infatti la teoria dei mercati efficienti non dice che si sappia prevedere perfettamente ma neanche che si sappia prevedere […] La teoria dice che la gente può avere tutte le opinioni che vuole sul futuro dell’economia […] L’unica cosa che i prezzi dei mercati competitivi fanno è aggregare quell’informazione efficientemente e diffonderla. Se per qualche ragione tutti sono convinti di qualcosa di erroneo i prezzi rifletteranno qualcosa di erroneo.” (min 49:11);
4. “Chi ha fatto tanti soldi dalla crisi finanziaria non è andato a raccontarlo” (min: 50: 59);
5. “La teoria dei mercati efficienti non prevede il giusto ma aggrega l’informazione a disposizione degli agenti che partecipano ai mercati” (min 52:00)
Per maggiori dettagli e per delle risposte puntuali alle (marginali ma a loro modo istruttive) obiezioni sollevate da Boldrin rimando a questo link.