Ricorderete tutti la famosa storia del “complotto per farci vincere a Roma”. In realtà la senatrice M5S Paola Taverna non aveva mai usato la parola “complotto”, era stata una sintesi dell’intervistatore, ma il senso era più o meno quello. Su quella frase hanno ironizzato in tanti. Ma non era mica un’affermazione folle. Anzi.
E’ di queste ore la notizia che, dopo i casi Pizzarotti eccetera, la Raggi non sia poi così sicura di vincere. Non solo: secondo Piepoli, che di sondaggi si dovrebbe intendere, neanche è sicura di andare al ballottaggio. Personalmente mi ha sempre fatto molto ridere questa storia secondo cui la Raggi sia sicura al ballottaggio e probabile vincitrice: sicura de che? E’ ancora tutto da giocare. In merito ho una teoria, e non ce l’ho certo da oggi: non ho nulla contro Virginia Raggi, che non conosco ma che mi pare preparata e mossa da nobili propositi. Credo però che, per i 5 Stelle, vincere a Roma sia la cosa “peggiore” che possa loro capitare. Mi spiego: o a Roma fanno il capolavoro del secolo e riescono a governare in maniera incredibile (auguri), oppure da quella vittoria hanno solo da perdere. Roma è una città straordinaria, ma anche straordinariamente difficile da governare. Il prossimo sindaco di Roma dovrà fare i miracoli, che non sono di questo mondo. Men che meno a Roma. Alla difficoltà storica di governare Roma, si sono aggiunti i disastri immani compiuti da centrodestra e centrosinistra. In bocca al lupo a chi vincerà: lo attende l’impossibile.
I 5 Stelle governano già in alcune città, ma mai in città grandissime. Le più importanti sono Parma e Livorno, centro di non poche critiche, ora fondate e più spesso capziose. La Raggi è onesta e preparata, ma pur sempre una novizia. E così la sua squadra: “esordire” a Roma, come prova di governo in una grande città, sarebbe la maniera più complicata per provare a convincere gli italiani che quel movimento è pronto per governare un paese. Proprio per questo, se fossi un 5 Stelle farei di tutto per vincere a Roma (giocare per perdere è da stupidi, oltre che da disonesti), ma in cuor mio sarei quasi sollevato se mi scoprissi perdente a Roma. La perfezione, per il M5S, sarebbe vincere a Torino: sia per la qualità della candidata Chiara Appendino, sia perché Torino è – per quanto complicata – molto più “facile” da governare di Roma.
A Napoli e Bologna i 5 Stelle non hanno chance, o quasi. A Milano neanche se ne parla. Restano, tra le grandi città, Torino e Roma. Vincere a Torino sarebbe un capolavoro e darebbe ai 5 Stelle l’abbrivio migliore per lanciare la volata in vista delle Politiche 2018 (o 2017). Vincere a Roma rischierebbe, al contrario, di essere un tremendo boomerang: più ancora, rischierebbe di essere una vittoria per Renzi.
Se Renzi perderà a Milano, riceverà una bastonata di dimensioni enormi e per questo dolorosissima. Se invece perderà a Roma, darà la colpa a Marino, dirà che Giachetti più di così non poteva fare e – soprattutto – userà poi gli eventuali errori della gestione Raggi come prova della incapacità dei 5 Stelle di governare in una grande città. Già lo sento ridacchiare: “Guardate cosa stanno combinando a Roma i grillini: davvero volete dare il paese in mano a gente così?”. I 5 Stelle, quelli almeno più sognatori e intransigenti, mi risponderanno: “Saremo bravissimi a governare e zittiremo tutti”. Ve lo auguro. E lo auguro più che altro a Roma. Ciò nonostante, continuo a pensare che se a Roma vincerà la Raggi (e non ne sono affatto sicuro), il più contento sarà proprio Matteo Renzi.