Alcuni anni fa era da poco uscito un mio libro sulla sessualità e l’erotismo, Ama e fa ciò che vuoi, Aliberti editore, per cui venni invitato a una conferenza rivolta a ragazzi adolescenti. In un primo momento accettai di buon grado ma, successivamente, venni a sapere che con me a discutere ci sarebbero stati un componente delle associazioni transessuali e uno che rappresentava, non so a quale titolo, le famiglie tradizionali. Declinai l’invito facendo arrabbiare gli organizzatori ma non me la sentivo di andare a fare “l’arbitro” fra opposti tifosi. Non si può parlare in modo ragionevole di calcio se partecipano i rappresentanti della curva laziale e romanista. L’esperienza individuale a volte è talmente intrisa nella vita e nella personalità che è impossibile aspettarsi un ragionamento distaccato.
Gli organizzatori della conferenza ritenevano “utile portare l’esperienza diretta di chi vive sulla sua pelle determinate problematiche dando spazio ai diversi pareri”. Credo che questo intento sia del tutto legittimo, ma a quel punto cosa c’entrava il mio intervento? Io non intendevo rappresentare un mio punto di vista personale bensì portare argomenti legati a studi ed esperienza professionale. Non c’era alcuna possibilità di buona riuscita di una serata in cui si mescolasse l’esperienza personale, irripetibile e parziale, con un approccio scientifico che, per le sue caratteristiche, deve essere il più distaccato possibile. Questo episodio mi è venuto in mente leggendo delle polemiche innescate dalla partecipazione alla trasmissione Virus di Red Ronnie, un musicista che parlava come padre, e il prof. Burioni, professore di virologia, sul tema dei vaccini.
La domanda che ci possiamo porre è: il parere di un padre vale come quello di un professore di virologia? La mia risposta è che valgono entrambi ma su livelli diversi che non devono intersecarsi per non dare adito a equivoci. Il parere di un padre che ha paure legate a una personale diffidenza verso la scienza medica, casomai legata ad eventi personalissimi o convinzioni esistenziali, vale per il proprio figlio e per se stesso. Può essere esposto in un dibattito come espressione di una visione parziale. Il parere del professore di virologia, che studia da decenni i vaccini, si situa ad un livello totalmente diverso. Rappresenta una comunità scientifica ed è giusto che venga presentato in veste di autorevolezza sia verso il pubblico che verso le istituzioni. Il padre può decidere di non vaccinare il proprio figlio perché convinto da personali paure ma non deve essere posto sullo stesso livello del professore di virologia. Il parere del professore può incidere sulle scelte generali di chi deve prendere decisioni per tutta la popolazione. Se ad esempio viene discussa la proposta di imporre come obbligatoria la vaccinazione per poter iscriversi alle scuole il parere del padre non vale nulla mentre deve essere tenuto in considerazione solo il parere del professore.
Nelle comunità scientifiche, a volte, accanto a punti di vista maggioritari in cui si riconoscono oltre il novanta per cento degli studiosi, emergono pareri discordi di qualche singolo ricercatore. Ricordiamo il caso Di Bella o il caso Stamina, per rimanere sul terreno medico. Non si può invocare una assurda par condicio fra chi rappresenta solo se stesso e chi invece la comunità degli studiosi, mettendoli sullo stesso piano e dando ad entrambi lo stesso spazio, ma deve essere garantita alla posizione ufficiale la rilevanza che le compete. Compito dei giornalisti sarebbe quello di preservare alcune semplici regole che attengono alla deontologia professionale:
1- Se in una trasmissione televisiva o in un articolo si dà voce all’esperienza personale occorre proseguire su quel registro continuando a presentare esperienze singole in modo che l’utente sia consapevole della parzialità dell’informazione. Se si mescola il personale con lo scientifico si incorre in un gravissimo errore.
2- Se si fa intervenire uno studioso del campo occorre informarsi sulla sua attendibilità e dare al suo parere quel risalto che merita senza metterlo sullo stesso livello del parere personale.
Per tornare al caso dei vaccini è logico che il solo parere attendibile per noi spettatori è quello del prof. Burioni che invita a vaccinare i bambini per non rischiare pericolosissime epidemie. Il punto di vista del padre ci può interessare per comprendere come le paure o le stravaganze individuali incidano sui comportamenti dei singoli.
Luciano Casolari
Medico psicoanalista
Società - 19 Maggio 2016
Red Ronnie, il parere di un padre vale come quello di un professore di virologia?
Alcuni anni fa era da poco uscito un mio libro sulla sessualità e l’erotismo, Ama e fa ciò che vuoi, Aliberti editore, per cui venni invitato a una conferenza rivolta a ragazzi adolescenti. In un primo momento accettai di buon grado ma, successivamente, venni a sapere che con me a discutere ci sarebbero stati un componente delle associazioni transessuali e uno che rappresentava, non so a quale titolo, le famiglie tradizionali. Declinai l’invito facendo arrabbiare gli organizzatori ma non me la sentivo di andare a fare “l’arbitro” fra opposti tifosi. Non si può parlare in modo ragionevole di calcio se partecipano i rappresentanti della curva laziale e romanista. L’esperienza individuale a volte è talmente intrisa nella vita e nella personalità che è impossibile aspettarsi un ragionamento distaccato.
Gli organizzatori della conferenza ritenevano “utile portare l’esperienza diretta di chi vive sulla sua pelle determinate problematiche dando spazio ai diversi pareri”. Credo che questo intento sia del tutto legittimo, ma a quel punto cosa c’entrava il mio intervento? Io non intendevo rappresentare un mio punto di vista personale bensì portare argomenti legati a studi ed esperienza professionale. Non c’era alcuna possibilità di buona riuscita di una serata in cui si mescolasse l’esperienza personale, irripetibile e parziale, con un approccio scientifico che, per le sue caratteristiche, deve essere il più distaccato possibile. Questo episodio mi è venuto in mente leggendo delle polemiche innescate dalla partecipazione alla trasmissione Virus di Red Ronnie, un musicista che parlava come padre, e il prof. Burioni, professore di virologia, sul tema dei vaccini.
La domanda che ci possiamo porre è: il parere di un padre vale come quello di un professore di virologia? La mia risposta è che valgono entrambi ma su livelli diversi che non devono intersecarsi per non dare adito a equivoci. Il parere di un padre che ha paure legate a una personale diffidenza verso la scienza medica, casomai legata ad eventi personalissimi o convinzioni esistenziali, vale per il proprio figlio e per se stesso. Può essere esposto in un dibattito come espressione di una visione parziale. Il parere del professore di virologia, che studia da decenni i vaccini, si situa ad un livello totalmente diverso. Rappresenta una comunità scientifica ed è giusto che venga presentato in veste di autorevolezza sia verso il pubblico che verso le istituzioni. Il padre può decidere di non vaccinare il proprio figlio perché convinto da personali paure ma non deve essere posto sullo stesso livello del professore di virologia. Il parere del professore può incidere sulle scelte generali di chi deve prendere decisioni per tutta la popolazione. Se ad esempio viene discussa la proposta di imporre come obbligatoria la vaccinazione per poter iscriversi alle scuole il parere del padre non vale nulla mentre deve essere tenuto in considerazione solo il parere del professore.
Nelle comunità scientifiche, a volte, accanto a punti di vista maggioritari in cui si riconoscono oltre il novanta per cento degli studiosi, emergono pareri discordi di qualche singolo ricercatore. Ricordiamo il caso Di Bella o il caso Stamina, per rimanere sul terreno medico. Non si può invocare una assurda par condicio fra chi rappresenta solo se stesso e chi invece la comunità degli studiosi, mettendoli sullo stesso piano e dando ad entrambi lo stesso spazio, ma deve essere garantita alla posizione ufficiale la rilevanza che le compete. Compito dei giornalisti sarebbe quello di preservare alcune semplici regole che attengono alla deontologia professionale:
1- Se in una trasmissione televisiva o in un articolo si dà voce all’esperienza personale occorre proseguire su quel registro continuando a presentare esperienze singole in modo che l’utente sia consapevole della parzialità dell’informazione. Se si mescola il personale con lo scientifico si incorre in un gravissimo errore.
2- Se si fa intervenire uno studioso del campo occorre informarsi sulla sua attendibilità e dare al suo parere quel risalto che merita senza metterlo sullo stesso livello del parere personale.
Per tornare al caso dei vaccini è logico che il solo parere attendibile per noi spettatori è quello del prof. Burioni che invita a vaccinare i bambini per non rischiare pericolosissime epidemie. Il punto di vista del padre ci può interessare per comprendere come le paure o le stravaganze individuali incidano sui comportamenti dei singoli.
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Roma, 13 mar. - (Adnkronos) - Il Premio Film Impresa è pronto a tornare per il terzo anno consecutivo. La conferenza stampa di presentazione avrà luogo il 17 marzo, alle 11, alla Casa del Cinema di Roma a Villa Borghese. Il Premio - la cui terza edizione si terrà il 9, 10 e 11 aprile sempre alla Casa del Cinema - è un’iniziativa ideata e realizzata da Unindustria con il supporto di Confindustria. Divenuto ormai un vero hub culturale e luogo d’incontro di riferimento, il Premio ha l’obiettivo di valorizzare, esaltare e comunicare i valori dell’impresa e delle persone che vi lavorano. Creatività, visione, coraggio, tradizione, appartenenza al territorio, innovazione e sostenibilità sono i protagonisti dei prodotti audiovisivi, dei cortometraggi e dei mediometraggi candidati che saranno selezionati da una giuria presieduta quest’anno da Caterina Caselli.
Alla conferenza stampa di lancio, che annuncerà i nomi di tutti i componenti della giuria e anche il dettaglio del programma degli eventi del Pfi, prenderanno parte il presidente del Premio Film Impresa Giampaolo Letta, il presidente di Unindustria Giuseppe Biazzo, il direttore artistico del Premio Mario Sesti e la presidente di Giuria Caterina Caselli.
Parteciperanno inoltre i rappresentanti delle aziende partner, e interverrà anche Lorenza Lei, responsabile Cinema e Audiovisivo della Regione Lazio. La terza edizione del Premio Film Impresa si avvale del patrocinio di Regione Lazio, Roma Capitale e Rai Teche, e della collaborazione di Confindustria, Anica, Una e Fondazione Cinema per Roma. L'iniziativa è realizzata in partnership con Almaviva, Edison Next, Umana e UniCredit, e con il supporto tecnico di Spencer & Lewis, D-Hub Studios, Ega e Tecnoconference Europe. Media partner dell'evento sono Il Messaggero, Prima Comunicazione e Adnkronos.
Tel Aviv, 13 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano afferma di aver colpito un "centro di comando appartenente alla Jihad islamica palestinese" a Damasco. L'attacco dimostra che Israele "non permetterà che la Siria diventi una minaccia per lo Stato di Israele", ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano Israel Katz, aggiungendo che nella lotta "al terrorismo islamico contro Israele, non sarà dispensato né Damasco né altri".
Catania, 13 mar. (Adnkronos) - "La politica tende a minimizzare il ruolo dei clan all'interno delle comunità e della capacità che hanno di raccogliere consensi. Quindi c'è una minore consapevolezza in questa direzione. Farsi condizionare significa mettersi a disposizione" dei clan. E' il monito del Presidente della Commissione regionale antimafia all'Ars Antonello Cracolici conversando con i giornalisti a Catania dove oggi si è trasferita la Commissione per le audizioni. "La politica se si mette a disposizione - dice - è inevitabilmente subalterna alla criminalità".
Catania, 13 mar. (Adnkronos) - "Oltre il 20 per cento dei comuni del catanese sono coinvolti in fatti di infiltrazioni, è un dato di fatto. Comuni sciolti per mafia, o per cui è stato deciso l'accesso. O per il quale verrà chiesto ei prossimi giorni, come a Ramacca". E' il grido d'allarme lanciato dal Presidente della Commissione regionale antimafia all'Ars, Antonello Cracolici, a margine delle audizioni a Catania. "E' evidente che c'è una condizione sulla quale bisogna guardare con molta preoccupazione quello che sta avvenendo nei territori - dice parlando con i giornalisti-Anche perché la mafia ha cambiato pelle, ha cambiato persino anagrafe".
Il Cairo, 13 mar. (Adnkronos/Afp) - Egitto, Hamas e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) hanno accolto con favore le dichiarazioni di Donald Trump secondo cui “nessuno espellerà i palestinesi” dalla Striscia di Gaza, come il presidente americano ha dichiarato ieri alla Casa Bianca, in risposta a un giornalista che gli chiedeva se il piano di “espellere i palestinesi da Gaza” fosse stato menzionato durante le sue discussioni con il primo ministro irlandese, Michael Martin, in visita a Washington.
L'Egitto "afferma che questa posizione riconosce l'importanza di evitare il peggioramento delle condizioni umanitarie nella regione e la necessità di lavorare per soluzioni giuste e durature per la causa palestinese", ha affermato in una nota il Ministero degli Esteri egiziano.
Da parte sua, il portavoce di Hamas Hazem Qassem ha affermato che "le dichiarazioni di Trump sulla mancata espulsione dei residenti di Gaza sono state ben accolte". E apprezzamento è stato dichiarato anche dall'Olp: "Apprezziamo le dichiarazioni del presidente americano che conferma che gli abitanti della Striscia di Gaza non sono obbligati a lasciare la loro patria", ha scritto su X il segretario generale Hussein al-Sheikh.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "L’anno scorso la Commissione scientifica ed economia del Farmaco dell'Aifa ha riclassificato, dalla diretta alla convenzionata, le gliptine, farmaci antidiabetici di largo utilizzo. È stata fatta questa riclassificazione sulla base di criteri scientifici. È una classe omogenea di farmaci, ci sono evidenze scientifiche, si è fatta un’analisi dell’impatto e a distanza di un anno possiamo dire che l’esperimento comunque ha funzionato. Effettivamente questi farmaci sono farmaci antidiabetici oggi molto utilizzati, sono di largo impiego, hanno un profilo rischio-beneficio estremamente favorevole, ma il fatto che si siano riclassificati ha portato anche a una maggiore aderenza terapeutica". Lo ha detto il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco Robert Giovanni Nisticò nel suo intervento da remoto oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' promosso dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato.
"Il diabete - ha proseguito Nisitcò - è una patologia comunque cronica, che può portare a molte complicanze, quindi favorire l’aderenza, attraverso appunto canali distributivi che vadano verso la prossimità del paziente, è sicuramente una cosa importante. Quindi anche la rivalutazione della farmacia, della farmacia territoriale per raggiungere meglio il paziente, quindi della medicina di prossimità, della sanità di prossimità è sicuramente una cosa importante. Certamente il fatto di aver riclassificato farmaci, da un contenitore già molto sotto pressione a un altro, ci deve dire che sicuramente da un lato possiamo alleggerire quello che è il peso, la pressione del payback farmaceutico, dall’altro però ci sono nuove criticità che dobbiamo tutti insieme affrontare, ad esempio l’impatto sulle Regioni".
L'Aifa "rimane disponibile in tutto questo scenario e noi siamo chiaramente un’istituzione pronta a dialogare con tutti, per far sì che queste disposizioni della Legge di Bilancio abbiano poi la loro finalità, da un lato verso la salute dei pazienti, dall’altro anche verso la sostenibilità del Ssn" ha concluso.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "I numeri parlano chiaro: 9 ,7 milioni di risparmi per il Ssn, e da maggio a novembre 2024 le farmacie territoriali hanno dispensato oltre 2 milioni di confezioni di farmaci antidiabetici a base di gliptine. Tradotto in termini significa milioni di accessi in più a farmaci essenziali, senza file in ospedale, senza doppi passaggi in farmacia per la distribuzione per conto, senza barriere burocratiche. Abbiamo semplificato la vita a centinaia di migliaia di pazienti diabetici, soprattutto anziani, che oggi possono ritirare le loro cure direttamente nella farmacia sotto casa". Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, nel suo intervento oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' .
"L'impatto economico del provvedimento è altrettanto significativo -sottolinea Gemmato - La spesa a carico del nostro Ssn è risultata inferiore rispetto a quanto si sarebbe verificato con la precedente modalità di distribuzione diretta e per conto, con un risparmio per il Ssn di 9,7 milioni di euro". Gemmato sottolinea l'importanza di quella che lui stesso definisce "una riforma gentile" che "consente al cittadino un migliore accesso alle cure e, di conseguenza, una migliore aderenza terapeutica", oltre "ad un risparmio per le casse dello Stato, mi sembra un ottimo risultato".
Sulla possibilità che altre classi di farmaci vengano riclassificate, come è successo per gli antidiabetici, Gemmato non ha dubbi: "Noi contiamo di spostare pezzo per pezzo - spiega - anno per anno, così come la legge prevede, con un monitoraggio di spesa, la maggior quantità possibile di farmaci, ma proprio per andare incontro al cittadino, ridurre il disagio, migliorare la compliance, l'adenza terapeutica". Ci sono alcuni farmaci che "ovviamente richiedono una dispensazione in ambiente protetto e controllato, quale è quell'ospedaliero, e quelli evidentemente non vengono toccati. Per tutta un'altra serie di farmaci, invece, si apre la possibilità dello spostamento e quindi anno per anno, con una logica di medio e di lungo periodo, sposteremo compatibilmente con il bilancio dello Stato, quindi tenendo sempre sotto controllo i conti dello Stato, sposteremo quante più categorie possibili".