Savona, i sindaci ‘derivati’ e una città devastata
Sul futuro di
Savona, che ai primi di giugno affronterà le amministrative, si addensa la
tempesta a orologeria dei derivati.
Secondo la Corte dei Conti, come racconta su questo giornale Ferruccio Sansa, due amministrazioni di centrosinistra, quelle di
Carlo Ruggeri e
Federico Berruti hanno firmato, a partire dal 2004 con Deutsche Bank, un contratto masochista che ha cagionato alla città solo perdite e peserà come un
macigno negli anni a venire.
Quella che si avvia al voto è una città devastata anche da un punto di vista ambientale. La vecchia Darsena di Savona è uno dei pochi porti ‘interni’ alla città (come quello de La Rochelle) ed è sovrastato dalla cittadella fortificata del Priamar. Due giunte Pd, la giunta Ruggeri e la giunta Berruti, sono riuscite – con il silenzio assenso della “Destra Liberista” – a cementificarla costruendo il Crescent, una diga di cemento alta 8 piani che oggi separa la Darsena dalla Fortezza e costituisce il più grande ecomostro eretto in Italia dalla “Sinistra”.
Alla foce del torrente Letimbro, accanto alla maestosa archeologia industriale dell’Enel, è stato eretto un immondo residence color rosa porno. A 10 minuti di auto, verso Vado, il quartiere commerciale delle “Officine” è un’accozzaglia di colori, insegne e supermercati, che ricorda l’urbanistica di Pristina o dei nuovi quartieri di Pattaya. Il silenzio-assenso alla cementificazione si è esteso a coprire anche le emissioni della centrale di Vado (Tirreno Power) che, secondo l’accusa,
avrebbero causato 450 morti. Solo l’intervento di un cittadino informato e attento,
Angelo Zoia, ha evitato che, oltre al cemento, calasse sul porto, a 700 metri dal duomo, anche un
deposito di bitume da 40.000 tonnellate.
Allo scempio ambientale della città, è sopravvissuta, per ora, l’ultima spiaggia libera vicina alla città, quella della Margonara; tuttavia, anche su questo tratto di mare,
incombe una colata di cemento: un porticciolo per barche di lusso prosegue la famigerata “Burlandizzazione” della costa. I gruppi spontanei che hanno difeso la spiaggia per anni, dalle Mamme della Margonara agli ambientalisti che la tengono pulita,
oggi rivolgono ai candidati sindaci cinque domande che vorrebbero scongiurare nuove “sorprese”, rilanciate anche da Liguri Tutti, il sito dei Liguri nel mondo.