Alla fine la legge regionale del Trentino Alto Adige per introdurre la possibilità di ridurre – parzialmente o del tutto – l’indennità consiliare (9.800 euro lordi al mese, equivalenti a 5.435 euro netti) è stata approvata. Ma nessuno sembra intenzionato ad abbattersi lo stipendio. Gli stessi promotori hanno ammesso di aver avanzato la proposta per portare allo scoperto quelli che dichiarano che l’indennità è troppo alta. Solitari, i consiglieri del Movimento Cinque Stelle hanno dichiarato che mai e poi mai verseranno i tagli nelle casse della Regione, perché loro già lo fanno in modo autonomo, scegliendo a quali enti restituire le somme.
A presentare il disegno di legge era stato l’ufficio di presidenza, dopo l’approvazione di un ordine del giorno del dicembre 2014. Le firme dei proponenti erano quelle di Chiara Avanzo, presidente del consiglio regionale e esponente del Partito Autonomo Trentito Tirolese), Florian Mussner (Svp), Pietro De Godenz (Unione per il trentino) e Veronika Stirner (Svp). L’approvazione è avvenuta con 38 voti a favore, uno contrario e 10 astensioni.
Ma è il dibattito ad aver fatto capire come alla fine una legge apparentemente destinata a diminuire i costi della politica rimarrà senza seguito. Prendiamo Andreas Poeder (Team Autonomie). Ha votato a favore, ma ha detto: “Sono convinto che l’indennità percepita dai consiglieri sia adeguata al lavoro che si fa. Questo disegno di legge servirà a smascherare gli ipocriti: chi è dell’avviso di non valere quanto percepito potrà rinunciare, senza versare questi soldi ad una associazione o a un partito. Chi non pensa di non valere questi soldi, potrà semplicemente rinunciare e si toglierà così la maschera a chi va in giro a soffiare sul fuoco per sembrare santi”. Per Claudio Cia (Amministrare e Civica Trentina) la sua indennità è adeguata, ma ha ricordato che per questo “ho rinunciato ai rimborsi”. L’affondo è venuto dal governatore Arno Kompatscher, leader della Svp: “E’ un messaggio demagogico continuare come politici a portare avanti il concetto che la politica non costa nulla, perché si veicola il messaggio che essa non vale nulla. Ciascuno può rinunciare, fare donazioni, ma in questo modo diminuisce la credibilità della politica. Non potremo lamentarci alla fine se la società non ha più rispetto della politica. Lo ritengo un errore”. Astensione per Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino): “Se si va avanti così, ’ chi fa politica dovrà versare anche dei soldi». Il leghista Maurizio Fugatti: “Io verso 1500 euro al mese alla Lega”. Pietro Degodenz (Unione per il Trentino): “Vengo tutti i giorni dalla Val di Fiemme, ho fatto 100mila chilometri. E i costi dei trasporti sono alti…”.
Filippo Degasperi dei Cinque Stelle è stato molto critico. “Da due anni i portavoce regionali del M5S restituiscono già ai cittadini la parte di indennità eccedente i 5mila euro lordi. Le mie 7 restituzioni sono valse finora 31.801 euro. E rinunciamo alle indennità di funzione: 15mila euro finora per la rinuncia all’indennità di segretario questore. Lo abbiamo sempre fatto e lo fanno anche i parlamentari. Ma il M5S non restituisce e non restituirà mai nulla alla Regione. Preferiamo di gran lunga far decidere i cittadini tramite una procedura trasparente, pubblica e partecipata come impiegare le risorse pubbliche così recuperate. Anche perché la Regione spende i soldi in vitalizi o in progetti che lasciano le briciole ai beneficiari e la polpa ai consulenti”.