I lavoratori giovedì sera hanno occupato il Centro diffusione dati dell'istituto e lamentano: "Anche le organizzazioni sindacali, di norma chiamate a presenziare in Parlamento, sono state confinate in una sala secondaria lontane dalle alte cariche dello Stato. La paura che si manifestasse il dissenso era evidentemente troppo grande"
Prosegue la mobilitazione dei lavoratori precari dell’Istat contro la riforma Giannini. In occasione della presentazione del rapporto annuale dell’istituto, da giovedì sera hanno occupato il Centro diffusione dati e lamentano che la consueta conferenza stampa “che da 22 anni si svolge in occasione del Rapporto annuale per la prima volta è stata soppressa per mettere il bavaglio al dissenso dei lavoratori di tutti gli enti di ricerca, precari e di ruolo, oggi riuniti in assemblea”.
Inoltre “le stesse organizzazioni sindacali, di norma chiamate a presenziare in Parlamento, che avevano messo a disposizione dei lavoratori i loro inviti, sono state confinate in una sala secondaria lontane dalle alte cariche dello Stato. La paura che si manifestasse il dissenso nei confronti di un provvedimento che distrugge il futuro della Ricerca era evidentemente troppo grande”.
Lo stato di agitazione del personale di tutti gli EPR – “Enti in piedi per la ricerca“, come si è autodefinita la protesta – proseguirà anche nei prossimi giorni. Il Coordinamento dei precari Istat protesta “contro l’imminente approvazione della riforma degli Enti Pubblici di Ricerca firmata Giannini, all’interno della legge delega Madia, che comporta uno smantellamento della ricerca pubblica e una precarizzazione sempre più esasperata”, si legge nella nota diffusa venerdì.
All’occupazione del centro dati si aggiungono altre iniziative promosse da alcune organizzazioni sindacali, tra cui il presidio di fronte al Miur in Viale Trastevere e un appuntamento alle 12 presso il ministero della Funzione Pubblica, che riceverà una delegazione che includerà anche un portavoce dei lavoratori in mobilitazione dell’Istat.