Ti voglio bene davvero, tuo Marco”. E’ la conclusione di una lettera, l’ultima, che Marco Pannella – morto a 86 anni – aveva inviato al Papa il 22 aprile, meno di un mese fa. “Caro Papa Francesco, ti scrivo dalla mia stanza all’ultimo piano, vicino al cielo, per dirti che in realtà ti stavo vicino a Lesbo quando abbracciavi la carne martoriata di quelle donne, di quei bambini, e di quegli uomini che nessuno vuole accogliere in Europa. Questo è il Vangelo che io amo e che voglio continuare a vivere accanto agli ultimi, quelli che tutti scartano”. Oggi dalle 15 il primo saluto a Pannella con la camera ardente alla Camera. Sono previste poi un’iniziativa alla sede del Partito radicale e un saluto “collettivo” a piazza Navona.

lettera pannella 2La lettera, resa nota da Famiglia Cristiana, ha anche un post scriptum: “Ho preso in mano la croce che portava mons. Romero, e non riesco a staccarmene”. La croce di Romero oggi la porta attorno al collo monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. E’ stato lui a spiegare a Pannella l’origine di quella croce. “Marco mi ha chiesto di indossarla, non voleva più staccarsene. E alla fine, quando prima di andare via me la sono ripresa, dentro di me ho sentito un po’ di rimorso per avergliela tolta”.

La lettera di Pannella, spiega il settimanale dei Paolini, è stata portata al papa da monsignor Paglia. Il 2 maggio, giorno del compleanno di Pannella, Francesco gli ha mandato in regalo il suo libro sulla Misericordia e una medaglia. Paglia conosce e frequenta Pannella dai primi anni Novanta. Marco Pannella, ha detto monsignor Paglia in un’intervista al Corriere della Sera, “ha speso la vita negli ideali in cui ha creduto, senza fare di questi ideali un piedistallo per arricchirsi o avere un potere che non fosse quello della sua parola e delle sue idee”, dice il monsignore. “Credo sia questo che in lui ha apprezzato anche Francesco. Un uomo che è sempre stato ricco delle sue idee”.
“Quando ha visto la mia croce pettorale – racconta Paglia – mi ha chiesto da dove veniva. Ho spiegato a Marco che era la croce dell’arcivescovo Oscar Romero, che era stato ucciso perché si scagliava contro un’oligarchia oppressiva, per difendere i poveri, forte solo della sua parola e della radio che diffondeva i suoi messaggi, tanto che a volte gliela facevano saltare. E questa cosa lo entusiasmava, mi ha preso la croce, se la rigirava fra le mani, se l’è pure messa, non voleva più ridarmela”.

Nelle ultime settimane si sono visti più spesso. “A marzo ero alla Casa del Divin Maestro di Ariccia con il Papa e gli altri prelati della Curia durante gli esercizi spirituali di Quaresima”, ha raccontato Paglia a Famiglia Cristiana, “quando ho ricevuto una telefonata di Pannella. Voleva vedermi. Ho informato il Papa e lui mi ha detto: ‘Vai di corsa’. Prendo la macchina e lo raggiungo. Lui stava a letto un po’ rattristato, ci siamo abbracciati e poi abbiamo cominciato una delle nostre lunghe chiacchierate”. Pochi giorni fa l’ultima telefonata, ma Pannella, ormai sopraffatto dai dolori, non poteva più rispondere. “Mentre parlavo con Matteo Angioli sentivo in sottofondo i suoi lamenti – dice Paglia – Il mio amico Marco aveva ormai finito di combattere la sua battaglia”.

“Profonda tristezza” è quella che prova anche il Dalai Lama che dice di aver pregato per lui. “Il Dalai Lama è all’estero in questo momento – spiega all’Adnkronos Tenzin Taklha, segretario del premio Nobel per la pace Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama. – e ha chiesto a tutti di pregare per Pannella”. Il leader spirituale del popolo tibetano il 14 marzo scorso aveva inviato un messaggio al leader radicale nel quale esprimeva il suo dispiacere per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute. “Come sai, ti considero un amico personale e un inamovibile amico del popolo tibetano di lunga data – si legge nel messaggio – Ho molto apprezzato il tuo interesse e supporto per la causa tibetana, come ho avuto modo di dirti ogni volta che ne ho avuto l’occasione”. Infine ha concluso il messaggio ricordando: “Il nostro incontro quando sei venuto a Dharamsala a giugno dell’anno scorso per partecipare alle celebrazioni per il mio ottantesimo compleanno organizzate dalla comunità tibetana, amici e sostenitori. Pregherò per te e i membri della tua famiglia in questo momento difficile”.

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