“Se a distanza da 32 anni dalla morte la figura di mio padre suscita ancora tanti consensi e una così diffusa emozione, significa una cosa sola: che la vitalità del suo ricordo e della sua opera resiste al trascorrere del tempo. Al punto che, chi prova imbarazzo per tanto persistente interesse, arriva a ricorrere a esercizi di censura non raffinatissimi”. Per “la seconda volta in oltre 30 anni” Bianca Berlinguer, figlia di Enrico e direttrice del Tg3 dal 2009, interviene sul Corriere della Sera in memoria del padre, stigmatizzando la proprietà dell’Unità per il provvedimento disciplinare promosso nei confronti di Massimo Franchi, cronista del quotidiano, come aveva raccontato tra gli altri il Fatto Quotidiano. “La colpa che gli si imputa – scrive la Berlinguer in una lettera al direttrice – è un tweet di apprezzamento dell’azione politica di mio padre: ‘Propugnare che Berlinguer sbagliasse su Eurocomunismo e questione morale e che invece dovesse allearsi con Craxi è molto renziano'”. Tweet in commento di un dibattito in corso da oltre un mese sul ruolo storico ed il “senso attuale” di Enrico Berlinguer, che per il direttrice del Tg3 rende perfettamente legittimo, tanto più se in un tweet inviato fuori dall’orario di lavoro, valutare l’ex segretario del Pci “anche rispetto all’identità e alla politica del Partito democratico”. Franchi invece, spiega la Berlinguer, viene messo sotto accusa anche per un secondo tweet: “Abbassando sempre di più la soglia gramsciana dell’intransigenza si ritrovarono in compagnia di revisionisti, faccendieri, piduisti. Ma siamo di sinistra, rispondono”.
A quel punto, come ha raccontato il Fatto, l’amministratore delegato della società editrice del giornale Guido Stefanelli ha aperto un procedimento disciplinare. “A prescindere dal fatto che formulare la linea editoriale di un giornale spetta al direttore e non certamente all’amministratore delegato” scrive la Berlinguer, questo significa che “se per quasi un mese l’Unità discute quotidianamente del bilancio del ruolo storico e del senso attuale di Enrico Berlinguer, perché mai non dovrebbe essere legittimo valutarlo anche rispetto all’identità e alla politica del Partito Democratico? Se così non fosse, il titolo dell’Unità di domenica scorsa, ‘Berlinguer era per il monocameralismo’, risulterebbe solo una forzatura strumentale”.
Bianca Berlinguer sottolinea che interviene solo per la seconda volta in trent’anni perché i figli – dice – devono “riservare la loro memoria alla dimensione affettiva e privata del rapporto con il genitore”, ma il provvedimento nei confronti di Franchi l’ha spinta a scrivere la lettera. Da una parte perché “quella misura condiziona e deforma un dibattito che deve essere il più libero possibile e che mai dovrebbe ricorrere a interdizioni e censure, tantomeno da parte di un giornale che continua a definirsi ‘fondato da Antonio Gramsci‘”. Dall’altra perché quell’azione disciplinare richiama le questioni del diritto del lavoratore di esprimere pienamente e liberamente le proprie idee e del problema della “tutela di una propria sfera di autonoma espressione, quale quella rappresentata dalla comunicazione on line”.