La casella di posta è intasata: il curriculum del 22enne stanco di lavori saltuari si somma a quello di una madre di 45 lasciata a casa perché l’azienda è fallita o al 35enne con buona formazione ma ancora senza occupazione. “Disoccupati cercasi“, reciterebbe il cartello, perché a Milano aprirà tra un paio di mesi ZeroPerCento, il primo emporio solidale che sarà gestito da milanesi disoccupati da almeno sei mesi. “ZeroPerCento non offrirà solo lavoro a chi lo ha perso – racconta Teresa Scorza della cooperativa sociale Namasté – ma darà una mano anche a piccoli agricoltori e cooperative sociali visto che metterà sui suoi bancali prodotti a chilometro zero provenienti esclusivamente da aziende lombarde”. Uno spaccio, quindi, che vuole essere una risposta “per tutti i milanesi che sceglieranno di supportare un progetto sociale semplicemente facendo la spesa – continua la 28enne di Gallarate – ma senza rinunciare alla qualità dei prodotti”.
Commesso, addetto alle pulizie e segretario, ma anche responsabile dei prodotti e dell’ambito amministrativo. Sono queste le prime posizioni disponibili. Cinque assunzioni, quindi, nell’ottica di arrivare a dieci posti di lavoro entro qualche mese, quando accanto allo spaccio sarà aperto un piccolo bar per degustazioni e pause pranzo. “Iniziamo con una decina di dipendenti poi l’obiettivo è di continuare a crescere“, precisa la fondatrice di Namasté. Accanto ai disoccupati, il 30% delle posizioni sarà destinato a categorie svantaggiate (migranti, ex detenuti o ex tossicodipendenti, per esempio), per un’offerta di lavoro che potrà essere di massimo nove mesi. ZeroPerCento, infatti, mira ad avere una grossa turnazione di dipendenti proprio per aiutarli a inserirsi nuovamente nel mondo del lavoro. “Durante i nove mesi in cui un disoccupato diventano nostro dipendente – continua Scorza – non solo gli offriremo un lavoro temporaneo ma lo seguiremo sia psicologicamente sia nella pratica, per permettergli di trovarsi una nuova occupazione”. Rifare il curriculum, parlare dei colloqui e frequentare corsi di aggiornamento, quindi, sarà una parte del progetto. “Non hai i titoli di studio adatti o non fai un colloquio da qualche anno? – aggiunge Teresa – noi vogliamo essere una seconda possibilità, perché crediamo che nella vita tutto si possa imparare”.
Come tutti gli empori solidali che si rispettino, tanto comuni in Emilia Romagna ma presenti un po’ in tutta Italia, da ZeroPerCento chi è senza lavoro potrà anche fare la spesa a un prezzo agevolato, pagando il 10% in contanti e il restante attraverso un sistema di punti assegnati in base a reddito, mesi di disoccupazione e numero dei figli. “Questo è l’ambito in cui investiremo il nostro utile – precisa – ovvero queste spese solidali, dipenderanno da quanto riusciremo a vendere”. In altre parole, se in un mese ZeroPerCento avrà un utile netto di mille euro, per esempio, questi soldi saranno trasformati in mille punti da dividere tra dieci famiglie in difficoltà: un incasso, quindi, che si trasforma in buoni che permettono ad altrettanti disoccupati di fare la spesa al suo interno.
Dietro ZeroPerCento – e dietro una neonata cooperativa che ha preso corpo a febbraio 2016 – ancora nessuno sponsor. Piuttosto, Namasté ha ricevuto aiuto da cooperative sociali e da quanti stanno scegliendo di supportare il progetto con la campagna di raccolta fondi. “Abbiamo partecipato a diversi bandi che potrebbero evitarci di chiedere un finanziamento – racconta Scorza – Crediamo molto in questo progetto e decideremo nelle prossime settimane”. E anche se tutto dovrà essere pronto entro fine giugno, suspense anche sulla location prescelta per far nascere il negozio, visto che “stiamo valutando uno spazio in zona Famagosta ma stanno arrivando diverse offerte”, continua la 28enne di Gallarate. “Non potevano non accorgerci della disoccupazione crescente nelle nostre città – chiude la fondatrice di Namasté – e abbiamo voluto fare la nostra parte”. Sperando che i milanesi facciano altrettanto.