Su l’
Iva, le
tasse automobilistiche e quelle sui
carburanti e l’olio da riscaldamento Ma aumentano anche le imposte su
hotel e
gioco d’azzardo, sui beni di
lusso, sulla
telefonia fissa e la pay tv e quelle su
caffè,
birra,
sigarette elettroniche e molti
generi alimentari confezionati, dal
gelato alle
marmellate. Una linea rossa, quella dei rincari sul cibo, che finora non era mai stata superata. In più diventa più pesante l’
Enfia, l’imposta sugli
immobili di valore superiore a 200mila euro. Nonostante le
resistenze del ministro delle Finanze Euclides Tsakalotos, il governo greco guidato da
Alexis Tsipras ha fatto approvare in Parlamento nella notte tra domenica e lunedì le nuove misure
di austerità del valore di 1,8 miliardi di euro, con cui spera di convincere i partner dell’Eurogruppo – che si riunisce martedì – a rilasciare la seconda tranche di aiuti del terzo piano di salvataggio. Si tratta di 5,7 miliardi, ma secondo Bloomberg i creditori sono pronti a sbloccarne fino a 11 che il Paese potrà usare per pagare
arretrati e coprire le necessità finanziarie fino alla fine dell’anno, compreso un pagamento di 2,3 miliardi di euro dovuto
Banca Centrale Europea a luglio.
Il via libera è arrivato con i 153 voti della coalizione di Syriza e Greci indipendenti. Vasiliki Katrivanou, unica deputata del partito di Tsipras che si è espressa contro, ha scritto su Facebook che lascerà lo scranno parlamentare. I partiti di opposizione hanno votato contro e Kyriakos Mitsotakis, numero uno di Nuova Democrazia, ha sostenuto che serve un nuovo accordo con i creditori che preveda un surplus più basso e più riforme strutturali per stimolare la crescita. Mentre in Parlamento si votava, in piazza Syntagma si sono radunate 11mila persone per protestare contro le misure, ma non si sono verificati incidenti. Nel fine settimana dipendenti pubblici e privati hanno scioperato per 48 ore contro gli aggravi fiscali.
Il pacchetto di misure comprende anche l’abolizione degli sconti Iva che erano in vigore per le isole e dei privilegi fiscali per gli agricoltori, la vendita dei crediti deteriorati a fondi di investimento e le famigerate “clausole di salvaguardia” del valore del 2% del pil che scatteranno solo se i conti non rispettano gli obiettivi: clausole, aveva detto Tsakalotos, non contemplate nella legislazione ellenica. Soddisfatto il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici, secondo cui “questo meccanismo resterà contingente, non sarà utilizzato”, perché “le riforme basteranno”.
“Oggi si chiude un periodo difficile per il Paese, facciamo il primo passo per uscire dalla crisi, un periodo che avrà anch’esso le sue difficoltà”, ha rivendicato Tsipras. “I soci europei ricevono il messaggio che la Grecia rispetta i suoi impegni, quindi ora loro devono dimostrare di rispettare i loro” aprendo i colloqui per l’alleggerimento del debito, ritenuto indispensabile dal Fondo monetario internazionale ma osteggiato dalla Germania. Una bozza della Commissione Europea sulla sostenibilità del debito ellenico, citata da Bloomberg, ipotizza che il rapporto debito/pil raggiunga il 182,9% quest’anno per poi scendere al 181,8% nel 2017, al 157,3% nel 2020, al 145,5% nel 2022 e al 100,7% nel 2060. “Considerando l’alto debito rispetto al Pil, restano forti preoccupazioni sulla sua sostenibilità”, sottolinea il documento.