“Ci sono stati casi di sfruttamento a fini personali del movimento antimafia, ma il meccanismo è stato svelato: l’antimafia non è in crisi”. Nonostante i casi eclatanti di imprenditori simbolo della lotta al racket indagati o rinviati a giudizio, nonostante il caso di Pino Maniaci e quello del giudice Saguto, il bilancio dell’attività del movimento antimafia siciliano tracciato dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi non è negativo.
Nell’anniversario della morte di Giovanni Falcone e della sua scorta, Lo Voi fa il punto, con il quotidiano il Messaggero. Stando ai numeri, “se consideriamo gli arresti e le sentenze di condanna ottenute tra il 2015 e il 2016 solo dalla Procura di Palermo, tutto è stato tranne che un anno orribile”, spiega.
E nel merito delle critiche a un certo protagonismo di alcuni degli esponenti dell’antimafia, Lo Voi spiega: “Per un certo periodo c’è stata una sorta di autoattribuzione di patenti e distintivi antimafia basati sulle cose dette e non su quelle realizzate, ma le strumentalizzazioni sono venute fuori”.