Su 36 ex dirigenti dell'istituto "risolto", tra cui l’ex dg Massimo Bianconi, è in corso un'inchiesta per reati che vanno dall’appropriazione indebita e corruzione tra privati al falso in bilancio e in prospetto
La Guardia di finanza ha acquisito gli atti della commissione regionale d’inchiesta su Banca Marche in un blitz avvenuto giovedì 19 maggio. Secondo l’Ansa, le Fiamme Gialle hanno portato via tutta la documentazione redatta nel corso dei lavori dell’organismo, che si è insediato a febbraio, ma non la bozza di relazione finale, che deve essere ancora completata. La banca, tra le quattro “risolte” dal decreto varato dal governo lo scorso 22 novembre, è stata dichiarata insolvente a marzo.
Su 36 ex dirigenti, tra cui l’ex dg Massimo Bianconi, è in corso un’inchiesta per reati che vanno dall’appropriazione indebita e corruzione tra privati al falso in bilancio e in prospetto, dall’ostacolo alla vigilanza all’associazione per delinquere. Per Bianconi i pm hanno chiesto il giudizio per corruzione tra privati, con gli imprenditori Davide Degennaro e Vittorio Casale.
Il decreto di acquisizione era firmato dai pm Andrea Laurino, Marco Pucilli e Serena Bizzarri. Verosimilmente i magistrati inquirenti intendono confrontare le dichiarazioni rese dai testimoni ascoltati in Commissione con quelle raccolte nell’ambito dei vari filoni di indagine sull’istituto, alla ricerca di conferme, discrepanze o ulteriori spunti investigativi. Nell’aula della Commissione sono sfilati l’ex direttore generale di Banca Marche e oggi amministratore delegato della Nuova Banca Marche Luciano Goffi, l’ex presidente Michele Ambrosini, il funzionario dell’Unità di crisi della Banca d’Italia Roberto Cercone, il responsabile della vigilanza della Consob Filippo Macaluso, il commissario liquidatore Bruno Inzitari, i presidenti della Fondazione Carifano Fabio Tombari e della Fondazione Cassa di risparmio di Jesi Alfio Bassotti.