La misura preventiva è stata applicata ai beni del sacerdote don Giuseppe Giuliano, ex parroco di Limatola, "perché ritenuto soggetto abitualmente dedito a delinquere e a vivere, almeno in parte, dei proventi delle proprie attività illecite". Secondo l'accusa ha guadagnato circa un milione e mezzo di euro
Tredici auto di cui 7 d’epoca (e parcheggiate nei locali della canonica), un immobile di pregio a Cimitile in provincia di Napoli e diversi conti bancari. Sono questi i beni che la Procura di Benevento, retta dal procuratore Giovanni Conzo, ha sequestrato in via preventiva al sacerdote don Giuseppe Giuliano, ex parroco di Limatola, “perché ritenuto soggetto abitualmente dedito a delinquere e a vivere, almeno in parte, dei proventi delle proprie attività illecite”. Che, secondo le indagini, hanno fruttato circa un milione e mezzo di euro.
Le indagini, eseguite dalla Guardia di Finanza di Benevento, sono iniziate nel 2014, quando il sacerdote era stato oggetto di attenzione investigativa da parte della procura sannita: una serie di perquisizioni ne avevano messo in luce diversi reati tra cui l’estorsione, realizzata con l’aiuto di pregiudicati, oltre che un’intensa attività di prestiti di denaro con elevati tassi di interesse.
Secondo la testimonianza di alcuni cittadini extracomunitari che abitavano nei locali della sua parrocchia senza regolare contratto, poi, si è scoperto che don Giuliano era arrivato a staccare loro l’energia elettrica a seguito del ritardo nel pagamento dell’affitto. In un caso lo aveva fatto anche la notte di Capodanno del 2013, lasciando la famiglia “morosa” senza luce per qualche giorno.