Romero Jucá, titolare della Pianificazione, si fa da parte dopo la diffusione di una conversazione in cui sosteneva: "Bisogna cambiare il governo per tamponare questa emorragia". Cioè l'inchiesta Lava Jato. Proteste in tutto il Paese contro il nuovo esecutivo. La ex presidente: "Prova che è stato un golpe"
A pochi giorni dal suo insediamento, arriva il primo scandalo per il governo del presidente brasiliano ad interim Michel Temer. In cui già siedono sette indagati nella Mani Pulite brasiliana Lava Jato. Il ministro della Pianificazione Romero Jucá ha comunicato di aver lasciato temporaneamente l’incarico, dopo la diffusione di una registrazione in cui affermava che se Temer fosse salito al potere al posto di Dilma Rousseff (sospesa dopo che il Senato ne ha votato l’impeachment) si sarebbero potute “rallentare” le indagini per corruzione contro la compagnia petrolifera Petrobras.
Nelle registrazioni Jucá pubblicate dal quotidiano Folha Jucà, parlando con l’ex dirigente petrolifero Sergio Machado, afferma tra l’altro che “bisogna cambiare il governo per tamponare questa emorragia“, in relazione alle indagini sul caso. “Sto parlando con i generali, i comandanti militari. A loro va bene, dicono che garantiranno”, prosegue, aggiungendo di avere avuto il via libera anche dai giudici della Corte suprema, che vegliano sulle procedure di impeachment. Juca non ha negato l’autenticità delle registrazioni segrete, ma ha detto che l'”emorragia” si riferiva alla recessione che colpisce il Brasile.
La ex presidente ha colto l’occasione per ribadire di essere stata vittima di un golpe. “Se ci fossero ancora dubbi sul fatto che è in corso un golpe basato sull’inganno, le parole di Juca sugli obiettivi reali dell’impeachment e su chi è dietro di lui, rimuovono ogni dubbio”. Il caso fa traballare la poltrona di Temer, che solo 11 giorni fa assunto i poteri di presidente da Rousseff, sospesa dal 12 maggio. Juca, suo braccio destro, avrebbe dovuto contribuire al varo di una serie di misure urgenti, e a volte controverse, per portare il Paese fuori dalla recessione. Poco dopo la notizia centinaia di persone sono scese in strada per protestare contro il nuovo esecutivo. La manifestazione più partecipata si è registrata a San Paolo, con centinaia di persone a marciare per Avenida Paulista. Altre persone hanno protestato contro la residenza privata di Temer, sempre a San Paolo, anche se il primo ministro in quel momento si trovava a Brasilia. Fuori dal Senato è stato accolto da una folla che gridava “golpista”
La suocera di Temer, riportano le agenzie di stampa, è uscita sul balcone chiedendo ai manifestanti di placare le proteste per non svegliare il figlio minore del capo di Stato, Michel, di sette anni. Ma le contestazioni non si sono fermate. A Rio de Janeiro proteste si sono svolte in diversi quartieri. Proteste anche nella capitale argentina Buenos Aires, dove era in visita il nuovo ministro degli Esteri Jose Serra. “Fuori Temer, fuori Serra”, hanno scandito i manifestanti.