Il numero uno dell'autorità di vigilanza si è lanciato - a mercati aperti - in bizzarre previsioni su possibili rilanci estivi delle offerte sul tavolo per Rcs. Dichiarazioni poco opportune e ai limiti dell'aggiotaggio, che potrebbero costargli care. A meno che, in vista della scadenza del mandato, non voglia approfittarne per cercare un altro posto al sole
Deve aver scambiato gli studi televisivi di Rai 2 per il bar Sport e la partita finanziaria in corso per il controllo di Rcs con una qualche finale di coppa. Complice il clima un po’ informale della trasmissione, Giuseppe Vegas si è completamente dimenticato della carica istituzionale e del ruolo di arbitro che dovrebbe ricoprire – è il presidente della Consob – per lanciarsi in bizzarre previsioni su possibili rilanci estivi delle offerte in corso: l’offerta pubblica di scambio di Urbano Cairo con cui è schierata Intesa SanPaolo e l’Opa per contanti lanciata da Andrea Bonomi con il supporto di Mediobanca, Unipolsai, Della Valle e Tronchetti Provera.
Offerte che – è bene precisare – non hanno ancora nemmeno completato l’iter in Consob: quella di Cairo dovrebbe ottenere il via libera tra qualche giorno e quella di Bonomi e soci potrebbe vedere la luce ai primi di giugno. Intanto, il mercato si è scaldato e, dai minimi assoluti di inizio aprile (0,389 euro), il titolo Rcs ha messo letteralmente le ali arrivando quasi a raddoppiare il suo valore e quotando stabilmente al di sopra del valore dell’Opa della cordata Bonomi-Mediobanca (0,70 euro).
In un clima altamente infiammabile, dunque, Vegas ha pensato bene di gettare benzina sul fuoco: “Penso che entro l’estate la situazione si chiarirà – ha detto rispondendo alle domande di 2Next, la trasmissione di Rai 2 di cui era ospite in studio -. Ora ci sono due candidati che si stanno guardando. Forse rilanceranno, vedremo. L’importante è che il giornale (il Corriere della Sera, ndr) alla fine abbia le risorse sufficienti per andare avanti”. Dichiarazioni non solo poco opportune da parte di un presidente della Consob, ma addirittura ai limiti dell’aggiotaggio (peraltro, le anticipazioni di agenzia sono uscite lunedì 23 a mercati aperti) e che fanno presagire come Vegas si stia preparando a entrare direttamente in partita come ai bei tempi dell’operazione Unipol–Fonsai e degli “incontri informali” con l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel.
La differenza è che questa volta dall’altra parte della barricata non c’è un outsider (Matteo Arpe), bensì un editore (Cairo) appoggiato dalla maggiore banca italiana (Intesa Sanpaolo) e certi atteggiamenti rischiano di costare cari. A meno che, in vista della scadenza del proprio mandato (fine 2017), Vegas non abbia deciso di iniziare a posizionarsi approfittando di una partita ritenuta cruciale per gli snodi del potere in Italia.