Presto la Francia dovrà fronteggiare la minaccia dell’Isis e del terrorismo, per tutta la durata di Euro 2016. Ma per il momento sono bastati qualche teppista e una frangia di ultrà locali per mandare in tilt il sistema di sicurezza predisposto dal Ministero dell’Interno. Sabato scorso, durante la finale di Coppa di Francia allo Stadio Saint-Denis, ci sono stati diversi disordini in curva: i tifosi hanno introdotto oggetti pericolosi dentro l’impianto e addirittura acceso un fuoco in tribuna durante la partita. Aggirando tutti i controlli predisposti, che non soltanto si sono rivelati inefficaci, ma addirittura controproducenti. Al punto che il prefetto di Parigi ha dovuto ammettere che “il dispositivo di sicurezza ha ceduto” e “dovrà essere ricalibrato”. In tutta fretta, però: al calcio d’inizio degli Europei mancano meno di 20 giorni.
Paris Saint-Germain-Olympique Marsiglia doveva essere la prova generale in vista di Euro 2016 per lo Stade de France di Saint-Denis, dove si giocheranno sia l’inaugurazione Francia-Romania del 10 giugno, sia la finale del 10 luglio. Non era una partita facile: quella fra gli ultrà parigini e marsigliesi è forse la rivalità più accese del calcio francese. Ma è andata peggio del previsto. Al fischio finale (per la cronaca, il match si è concluso 4-2 per il Psg, anche grazie ad una doppietta di Ibrahimovic) i tifosi ospitati hanno appiccato un piccolo incendio negli spalti a loro destinati. Prima, erano stati accesi fumogeni, petardi e anche una bomba carta, mentre caschi e bottiglie di vetro venivano tirate sul terreno di gioco. Un disastro, che non potrà ripetersi durante gli Europei.
E pensare che sabato aveva fatto il suo esordio il nuovo dispositivo di sicurezza rinforzato, che Ministero e Prefettura hanno studiato in vista della rassegna continentale. Ma proprio le nuove misure hanno causato più danni che benefici. Dopo gli attentati del 13 novembre, la Uefa ha imposto un pre-filtraggio dei tifosi in quattro punto d’accesso, ancor prima dell’arrivo alle porte dell’impianto. Ma la grande massa di persone ha provocato un effetto ad imbuto, con ingorghi e movimenti di folle che hanno ostacolato i controlli invece di facilitarli. Anche la presenza del nuovo muro di oltre due metri d’altezza si è rivelata inefficace: costruito tutto intorno allo stadio, avrebbe dovuto impedire ai tifosi di portare all’interno oggetti vietati, dovendo passare da una tripla perquisizione degli agenti. Il caos, però, ha allentato le maglie, e così gli ultrà sono riusciti a introdurre ugualmente fumogeni e petardi, facendoli semplicemente passare da sopra la barriera.
I risultati si sono visti durante e dopo la partita. E le autorità non hanno potuto negare il fallimento. Il prefetto Philippe Galli ha ammesso che “il dispositivo di sicurezza ha ceduto su alcuni punti, le perquisizioni non sono state fatte come avrebbero dovuto: ci siamo trovati a che fare con un raggruppamento di persone massiccio all’ingresso, a causa della riduzione degli accessi da 24 a 4”, ha spiegato. Per questo il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve ha deciso di correre ai ripari: ieri è stata convocata una riunione di emergenza fra tutte le parti in causa. Il Ministero ha provato ha minimizzare l’accaduto, precisando che “non è possibile dare alla Coppa di Francia alcun valore di test in vista dell’Euro 2016”. Ma pure ha aggiunto che “dei problemi sono stati constatati e verranno corretti quanto prima, al fine di garantire la fluidità di ingresso dei tifosi e la flessibilità dei controlli”. Le nuove misure di sicurezza saranno annunciate in settimana. Ma agli Europei mancano meno di 20 giorni. E la Francia si scopre meno preparata di quanto pensava di essere.