Geely è cinese, è un colosso e possiede Volvo che sta finanziando per riguadagnare – di buon passo – lo smalto perduto nel settore premium. Ma i “tentacoli” della compagnia orientale si estendono anche altrove in Europa, coinvolgendo un veicolo realmente agli antipodi rispetto alle ricercatezze del lusso svedese: il classico taxi di Londra. È il fatti la Holding Geely a possedere la London Taxi Co., società che produce il classicissimo veicolo per il trasporto pubblico urbano della capitale britannica.

La notizia che colpisce è che Geely è riuscita a racimolare 400 milioni di dollari di investimenti attraverso l’emissione di obbligazioni “verdi”, a contribuzione della produzione della nuova ed inedita versione ibrida plug-in del taxi più famoso al mondo.

L’obbligazione “green” è uno strumento finanziario relativamente nuovo, che lega l’emissione di un bond a un investimento vantaggioso per l’ambiente, per esempio la costruzione di un parco eolico o di fabbriche meno inquinanti, le energie rinnovabili, l’efficienza energetica, l’utilizzo sostenibile dei terreni, depurazione delle acque. L’operazione in questione è la prima ad essere offerta da una società automobilistica a livello mondiale; le obbligazioni “green”, con scadenza nel 2021, hanno una cedola del 2,75 per cento, la più bassa di sempre per obbligazioni in dollari nell’industria automobilistica cinese.

La causa ecologista supportata dal finanziamento è di tutto rispetto: si tratta di ridurre il livello di inquinamento urbano generato dal parco taxi. E a Londra, in particolare, si fa proprio sul serio, dato che a partire da dal primo gennaio 2018, la legislazione esistente imporrà ai tutti i nuovi taxi di rispettare il livello di emissioni zero. Opzione sottolineata dallo stesso sindaco neoeletto Sadiq Khan, che ha rivelato piani articolati per abbattere l’inquinamento della città.

Il nuovo taxi TX5 ibrido plug-in, presentato in anteprima lo scorso ottobre, sta per iniziare le fasi di prototipazione all’interno del nuovo stabilimento di Coventry, con le prime vendite del veicolo – solo in apparenza simile al classico Austin FX4 del 1958 –programmate per il quarto trimestre del 2017.

I piani di produzione sono molto ambiziosi, poiché la stima è di produrre 36mila taxi ibridi plug-in ogni anno, nettamente di più rispetto all’intero parco circolante attuale che raggiunge le 23mila unità: il responsabile finanziario di Geely, Frank Li, svela che “l’azienda sta già discutendo con altre grandi città europee alle prese con la lotta alla riduzione dell’inquinamento urbano prodotto dalle loro flotte taxi”. Il TX5, infatti, è costituito in realtà da un pianale modulare con una carrozzeria ampliamente modificabile secondo necessità, tanto che ne sono già previste sette varianti.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Auto a idrogeno, il rischio è che restino un fanalino di coda anche tra 10 anni

next
Articolo Successivo

Peugeot L500 R HYbrid, la sportiva da 500 cavalli è il manifesto dei futuri modelli “verdi” di PSA – FOTO

next