Alle 8 di mercoledì mattina, all’indirizzo di posta elettronica della redazione del Fatto Quotidiano online è arrivata una lunga mail proveniente da Oxarte Sagl, la società che “è titolare dei diritti d’autore e dei diritti dell’immagine, del nome e/o pseudonimo, del MARCHIO ANNA OXA, di artista in ogni sua espressione, declinazione e/o utilizzazione, anche tramite edizione in forma diretta o indiretta che sia, ancorché in ambito pubblicitario o qualsivoglia sbocco e canale mediatico, ivi comprese l’erogazione di servizi, consulenze e prodotti nel campo multimediale e delle produzioni televisive”. E potremmo continuare ancora a lungo, perché a lungo continua l’arzigogolata tutela dei diritti di immagine della signora Oxa.
“A tutela dell’immagine, della persona e del Marchio ANNA OXA (della figura di rappresentanza di soggetto giuridico) Oxarte unitamente all’artista seguirà le vie giudiziali per la violazione degli articoli dove si potrebbero identificare tutti i reati inerenti ai danni che potrebbero essere ravvisati, DIFFIDA per l’articolo che non risponde alla verità dei fatti ma a semplici conclusioni interpretative”. E successivamente si chiede il “numero d’ordine del giornalista che ha scritto consapevolmente ledendo l’immagine dell’artista”, poiché “verrà querelato”, così come l’intera redazione del sito del Fatto per “favoreggiamento se l’articolo non verrà rimosso”.
Ma a quale articolo si riferiscono i signori di Oxarte Sagl? A questo, precisamente. Alla ricostruzione, peraltro breve, di quanto detto pubblicamente da Anna Oxa lunedì mattina durante la conferenza stampa di presentazione della finale di Amici di Maria De Filippi, a cui la signora Oxa partecipa come giudice. Riferendosi all’ultima performance comica di Virginia Raffaele nello stesso programma (aveva interpretato una attempata Jessica Rabbit), la cantante pugliese ha detto testualmente: “Mi dissocio da questo genere di comicità perché per me la comicità è altro. Ne ho una visione diversa. Questo è il mio modo di intendere l’arte: con responsabilità quando ci si rivolge ai giovani. Ci tengo a dissociarmi perché “Datela!”, durante una performance non mi sembra un messaggio da veicolare”.
Visto che l’artista Anna Oxa sta partecipando a un programma televisivo e ha parlato in una conferenza stampa pubblica (con tanto di video pubblicato sui siti di vari quotidiani, peraltro), pensavamo (e pensiamo ancora) che valesse il diritto di cronaca e di critica e infatti, nel pomeriggio di ieri, abbiamo pubblicato il breve articolo che ricostruiva la vicenda. Niente di trascendentale. Una ricostruzione brevissima e una ancora più breve chiosa finale: “Ma davvero un “Datela!” urlato interpretando un fumettone può provocare l’indignazione di chi, come la Oxa, “ha una visione diversa della comicità”? È una “oxata”, niente di più. E visti i precedenti polemici della cantante (da Ballando con le stelle ai social network), non c’è molto da stupirsi”.
Alle sin troppo articolate accuse di Oxarte Sagl possiamo rispondere solo richiamando quel diritto di cronaca (e di critica) che è garantito quando si tratta di riportare e commentare dichiarazioni pubbliche di un personaggio pubblico in un contesto pubblico. Rileggendo la lunga missiva, poi, ci è venuto il dubbio che a mandare la mail non sia stato lo staff di Anna Oxa ma quello di Enver Hoxha, lo scomparso dittatore albanese.