La gara tra i giovani talenti è un po' passata in secondo piano. La competizione a tratti è diventata un contorno, un riempitivo tra un'esibizione e l'altra degli ego smisurati dei tanti nomi ingaggiati tra giuria, coach e ospiti
Con la finalissima di stasera tra Elodie, Sergio, Lele e Gabriele, si chiude la quindicesima edizione di Amici di Maria De Filippi, il centro di gravità permanente dei talent show italici, l’esemplare più prezioso (e più dispendioso) della collezione mariana. Un’edizione strana, da analizzare a fondo, forse caratterizzata più dall’abbondanza di nomi di grido in giuria e tra i coach che da una effettiva qualità dei ragazzi in gara. Ma Amici, che nel corso degli anni è stato modificato più volte per soddisfare le mutate esigenze del pubblico televisivo, è un programma che continua a funzionare, e questo è il primo dato di fatto da cui partire. Certo, rispetto alla scorsa edizione ha perso un punticino percentuale all’Auditel, ma come Maria De Filippi ha spiegato bene a TvBlog, forse è semplicemente merito della concorrenza. Ballando con le Stelle quest’anno è riuscito a contrastare la corazzata di Canale5 con maggiore efficacia, con una giuria e ospiti più aggressivi e che sono stati in grado di intaccare anche se di poco lo zoccolo duro giovane del target di Amici. E poi lo scorso anno RaiUno aveva mandato allo sbaraglio Antonella Clerici e il suo fallimentare “Senza parole”, contribuendo non poco a rafforzare il già evidente dominio di Nostra Signora della Tv.
Il punto percentuale in meno lo si può spiegare tranquillamente così, ma l’analisi può andare anche più a fondo, alla radice di un format che funziona ma che quest’anno a tratti ha perso di vista il core business della baracca, cioè seguire, valorizzare e lanciare nuovi talenti nel campo della musica e della danza. È qui la responsabilità è di un affollamento di ego spropositati in studio, voluto da Bloody Mary proprio per dimostrare una volta ancora che lei è la regina e alla fine della fiera tutti passano da lei a renderle umilmente omaggio. Ha strappato J Ax a The Voice, ha accolto a braccia aperte Morgan dopo la cacciata da X Factor e dopo tante frasi non certo gradevoli che l’artista brianzola le aveva rivolto nel corso degli anni, ha arricchito la giuria con l’innesto di Anna Oxa (ad affiancare le confermatissime Sabrina Ferilli e Loredana Bertè), ha messo insieme Elisa e Emma (che lo scorso anno erano una contro l’altra), affiancando J Ax al più rassicurante Nek, ha ospitato nomi eccellenti dello showbiz sulla poltrona del quarto giudice (Kevin Spacey su tutti). Ha voluto strafare, ha voluto mettere sul piatto della bilancia tutto la sua annichilente potenza di fuoco. Che Maria De Filippi fosse la regine incontrastata della tv era cosa nota, quest’anno ha soltanto voluto dimostrarcelo ancora una volta.
Però, perché un però c’è, il risultato qual è stato? Che la gara tra i giovani talenti è un po’ passata in secondo piano. La gara a tratti è diventata un contorno, un riempitivo tra un’esibizione e l’altra degli ego smisurati dei tanti nomi ingaggiati. Non che sia mancata la qualità, beninteso, visto che in finale ci saranno (favoritissimi) due talenti cristallini come Sergio e Elodie. Probabilmente vincerà quest’ultima, a furor di giuria e professori, più che a furor di popolo, ma poco importa. Forse Elodie è quella più in grado di tentare di ripetere i successi di Alessandra Amoroso e Emma, Dear Jack e The Kolors, e quindi è più che lecito che si sia deciso di puntare su di lei. Ma la gara, ribadiamo, non è stato il centro di questa edizione. Amici è in preda a una sorta di bulimia irrefrenabile che spinge il programma a ingurgitare tutto quello che gli capita a tiro: voglia di strafare, riaffermazione di un’egemonia incontrastata, semplice presa d’atto che per vincere all’Auditel bisogna ingolosire un pubblico sempre più esigente?
Forse un po’ di tutte e tre le cose, perché in un periodo in cui non basta vincere all’Auditel ma devi trionfare anche sui social network e tra i trend topic di Twitter, tutto fa brodo e devi tentare di essere più trasversale possibile. I 4-4,5 milioni di spettatori che Amici ha portato puntualmente a casa ogni settimana sono un risultato più che positivo, anche se evidentemente non clamoroso. Probabilmente Amici ha fatto il pieno nel suo target di riferimento e non riesce a sfondare altrove, nonostante gli sforzi nel costruire un cast quanto più ad ampio spettro possibile. Vincere senza stravincere basterà a Nostra Signora della Tv? Da donna pragmatica quale pare essere, probabilmente sì. Maria De Filippi conosce il pubblico televisivo come nessun altro in questo periodo, sa bene che nulla è scontato e che per confermarsi a certi livelli serve una macchina produttiva enorme e perfettamente oliata, sa bene che Amici è un brand che funziona ancora ma va rinfrescato di anno in anno per non cominciare a sentire il peso degli anni che passano. L’edizione che si chiude stasera ci è sembrata quasi un esperimento in vista delle prossime. Maria ha messo tutto insieme, forse troppo, per vedere l’effetto che fa: ha vinto (come di consueto) ma nella formula forse qualcosa non ha funzionato alla perfezione. C’è troppa differenza tra il daily e l’appuntamento del sabato da un lato e la fase del serale dall’altro: se nei primi, infatti, al centro di tutto ci sono i ragazzi, nella seconda cambia tutto troppo radicalmente, spostando l’attenzione su giudici e coach quasi a creare soltanto un happening televisivo, un evento da commentare sui social e non anche la continuazione solo più in grande stile di un percorso lungo mesi, fatto di ore in sala prove e di interrogazioni a sorpresa. È come se dopo un lungo anno scolastico si pensasse solo a organizzare uno sfarzoso ballo di fine anno dimenticando completamente gli esami finali. Più show che talent, quest’anno: Maria saprà tornare indietro nella prossima edizione?