Il tema immigrazione al primo punto dell’agenda del G7. Lo chiede il presidente del Consiglio Matteo Renzi che sta andando in Giappone, dov’è in programma il vertice dei grandi del mondo. “Molti gli argomenti che la presidenza nipponica ha messo nell’agenda del G7 – scrive nella sua e-news il capo del governo – E molti sono i punti che interessano e riguardano il nostro Paese a cominciare dalle tematiche su cui saremo noi ad introdurre il dibattito, vale a dire energia e migrazioni”. Il capo del governo si dice “molto contento della rinnovata attenzione alle proposte dell’Italia”, in particolare al Migration compact. E aggiunge: “Vorrei che ci fosse posto, al tavolo dei potenti, anche e soprattutto per chi non ha voce: vorrei che ci fosse posto, al tavolo dei potenti, per gli occhi dei bambini di Idomeni che campeggiano in tutte le prime pagine dei giornali internazionali di oggi. Ieri è iniziato lo sgombero di quel campo. E davanti alla demagogia e talvolta alla violenza verbale nei confronti dei profughi vorrei che ci ricordassimo – come abbiamo fatto notare ieri al segretario generale della Nato – che la minaccia per le nostre città spesso viene dalle periferie dell’estremismo e del radicalismo, non dai migranti di Idomeni o di Lampedusa“.
Il presidente del Consiglio spiega che “questo è un tempo in cui in tutto il mondo è molto facile alzarsi e fare polemiche. Ma lanciare proposte concrete, alternative, non sempre è facile. Noi stiamo tentando questa seconda strada: non giocare a chi grida più forte, alimentando le tensioni, ma proporre idee concrete. Per questo insistiamo su una strategia per l’Africa e con l’Africa, con il così detto Migration Compact. E per questo insistiamo sull’energia, su una strategia globale che investa nelle nuove tecnologie, come stanno facendo le nostre principali aziende del settore, dai contatori intelligenti alle rinnovabili”. Quanto al tema immigrazione, ribadisce: “La minaccia per le nostre città spesso viene dalle periferie dell’estremismo e del radicalismo, non dai migranti di Idomeni o di Lampedusa. I killer che hanno sconvolto Parigi e Bruxelles sono cresciuti a qualche chilometro di distanza dal quartier generale della Nato o dell’Unione Europea, non dalle coste del Mediterraneo. Ma spesso la verità non fa notizia, la paura sì”.