Opacità sui prezzi dei vaccini e poca concorrenza. Lo denuncia l’Antitrust in un’indagine presentata il 25 maggio a Roma, che invita le autorità mediche ad assumere posizioni più chiare, trasparenti e indipendenti sulle vaccinazioni da includere nel nuovo piano nazionale di prevenzione (approvato a novembre dalla Conferenza Stato-Regioni e ora al vaglio del ministero dell’Economia) e sui profili di equivalenza terapeutica tra vaccini indicati per la stessa malattia. Considerato anche che nel biennio 2016-2018 la spesa annua per i vaccini raddoppierà, passando da 300 a 600 milioni di euro, un aumento legato al crescente numero di vaccinazioni raccomandate agli italiani, come il Rotavirus per i bambini, l’Herpes Zoster per gli anziani, la varicella, Meningococco B e lo pneumococco.
Le criticità sollevate dall’Antitrust riguardano i dati relativi agli appalti pubblici, difficili da reperire. Le stazioni appaltanti infatti non sono dotate di strumenti informativi affidabili, aperti e aggiornati. E gli accordi sui prezzi praticati sono riservati. Una possibilità che per l’Autorità andrebbe valutata in maniera rigorosa caso per caso. Pesa anche l’eccessiva frammentazione dei centri d’acquisto, centinaia in tutta Italia (quasi uno in ogni Asl), che impedisce di aggregare la domanda (abbattendo i costi) e capire se l’affare è più o meno virtuoso. Una asl, per esempio, può dotarsi di un anti-pneumococco che copre fino a 13 ceppi oppure un numero inferiore a un prezzo ovviamente più basso. Questa aleatorietà, sottolineano gli esperti dell’Agcm, deriva dalla mancanza di una valutazione ufficiale da parte degli organi nazionali di competenza sul tipo di siero più adatto per la nostra popolazione.
Un’altra questione è la politica del prezzo. In Italia quasi tutti i vaccini rientrano tra i farmaci di fascia C con prezzo al pubblico stabilito liberamente dalle industrie (solo gli anti-Hpv sono registrati in classe H, cioè a uso ospedaliero, con obblighi di contrattazione sul prezzo), anche se con vincolo di sconto al Sistema sanitario nazionale. Ma il meccanismo rimane comunque poco trasparente (perché i prezzi alla fine si allineano a quelli di altri Paesi). Per questo motivo l’Autorità propone di inserire i vaccini nelle classi di rimborso che obbligano a una contrattazione preventiva dei prezzi tra l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e le imprese produttrici.
Altra spina. Il mercato dei vaccini, che nel mondo vale 23 miliardi di euro, opera in un regime di oligopolio di quattro multinazionali, GlaxoSmithKline, Sanofi Pasteul, MerkSharpDohme e Pfizer, che da sole controllano l’80 per cento delle vendite. Mantenendo prezzi meno vantaggiosi di quel che potrebbero essere in una realtà di libero mercato. Va aggiunto che nel settore dei vaccini non esistono ancora le versioni generiche, che consentirebbero agli Stati di risparmiare un bel po’. Gli esperti dell’Antitrust citano un caso esemplare di dinamica concorrenziale. Riguarda il vaccino anti-Hpv. La compresenza di due antidoti, il Gardasil (vaccino 4-valente di Sanofi-Merck) e Cervarix (vaccino 2-valente di Gsk) tra il 2010 e il 2015 ha comportato un calo dei prezzi medi del 30 per cento, fino agli attuali 37 euro per dose. Al contrario, un monopolio protratto nel tempo porta a un inevitabile aumento dei prezzi. Negli ultimi cinque anni quelli del Prevenar 13 (13-valente di Pfizer), vaccino anti-pneumococcico coniugato (prima voce di spesa vaccinale pubblica con 84 milioni di euro), scelto dalla quasi totalità delle stazioni appaltanti, sono cresciuti del sei per cento, fino a 45 euro per dose.
Lobby
Vaccini, Antitrust: “Opacità sui prezzi e poca concorrenza. E in due anni la spesa raddoppierà a 600 milioni di euro”
Mentre aumenta l'esborso per i cittadini, a causa del numero crescente di vaccinazioni raccomandate. L'Autorità contesta la difficoltà nel reperire dati relativi agli appalti pubblici, un meccanismo di poca trasparenza nel fissare il prezzo dei farmaci e il regime di oligopolio di quattro mutlinazionali, che fa schizzare i prezzi verso l'alto
Opacità sui prezzi dei vaccini e poca concorrenza. Lo denuncia l’Antitrust in un’indagine presentata il 25 maggio a Roma, che invita le autorità mediche ad assumere posizioni più chiare, trasparenti e indipendenti sulle vaccinazioni da includere nel nuovo piano nazionale di prevenzione (approvato a novembre dalla Conferenza Stato-Regioni e ora al vaglio del ministero dell’Economia) e sui profili di equivalenza terapeutica tra vaccini indicati per la stessa malattia. Considerato anche che nel biennio 2016-2018 la spesa annua per i vaccini raddoppierà, passando da 300 a 600 milioni di euro, un aumento legato al crescente numero di vaccinazioni raccomandate agli italiani, come il Rotavirus per i bambini, l’Herpes Zoster per gli anziani, la varicella, Meningococco B e lo pneumococco.
Le criticità sollevate dall’Antitrust riguardano i dati relativi agli appalti pubblici, difficili da reperire. Le stazioni appaltanti infatti non sono dotate di strumenti informativi affidabili, aperti e aggiornati. E gli accordi sui prezzi praticati sono riservati. Una possibilità che per l’Autorità andrebbe valutata in maniera rigorosa caso per caso. Pesa anche l’eccessiva frammentazione dei centri d’acquisto, centinaia in tutta Italia (quasi uno in ogni Asl), che impedisce di aggregare la domanda (abbattendo i costi) e capire se l’affare è più o meno virtuoso. Una asl, per esempio, può dotarsi di un anti-pneumococco che copre fino a 13 ceppi oppure un numero inferiore a un prezzo ovviamente più basso. Questa aleatorietà, sottolineano gli esperti dell’Agcm, deriva dalla mancanza di una valutazione ufficiale da parte degli organi nazionali di competenza sul tipo di siero più adatto per la nostra popolazione.
Un’altra questione è la politica del prezzo. In Italia quasi tutti i vaccini rientrano tra i farmaci di fascia C con prezzo al pubblico stabilito liberamente dalle industrie (solo gli anti-Hpv sono registrati in classe H, cioè a uso ospedaliero, con obblighi di contrattazione sul prezzo), anche se con vincolo di sconto al Sistema sanitario nazionale. Ma il meccanismo rimane comunque poco trasparente (perché i prezzi alla fine si allineano a quelli di altri Paesi). Per questo motivo l’Autorità propone di inserire i vaccini nelle classi di rimborso che obbligano a una contrattazione preventiva dei prezzi tra l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e le imprese produttrici.
Altra spina. Il mercato dei vaccini, che nel mondo vale 23 miliardi di euro, opera in un regime di oligopolio di quattro multinazionali, GlaxoSmithKline, Sanofi Pasteul, MerkSharpDohme e Pfizer, che da sole controllano l’80 per cento delle vendite. Mantenendo prezzi meno vantaggiosi di quel che potrebbero essere in una realtà di libero mercato. Va aggiunto che nel settore dei vaccini non esistono ancora le versioni generiche, che consentirebbero agli Stati di risparmiare un bel po’. Gli esperti dell’Antitrust citano un caso esemplare di dinamica concorrenziale. Riguarda il vaccino anti-Hpv. La compresenza di due antidoti, il Gardasil (vaccino 4-valente di Sanofi-Merck) e Cervarix (vaccino 2-valente di Gsk) tra il 2010 e il 2015 ha comportato un calo dei prezzi medi del 30 per cento, fino agli attuali 37 euro per dose. Al contrario, un monopolio protratto nel tempo porta a un inevitabile aumento dei prezzi. Negli ultimi cinque anni quelli del Prevenar 13 (13-valente di Pfizer), vaccino anti-pneumococcico coniugato (prima voce di spesa vaccinale pubblica con 84 milioni di euro), scelto dalla quasi totalità delle stazioni appaltanti, sono cresciuti del sei per cento, fino a 45 euro per dose.
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Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Con 174 voti a favore, 100 contrari e 2 astenuti il Governo ha ottenuto la fiducia alla Camera posta sul decreto legge contenente misure organizzative urgenti per fronteggiare situazioni di particolare emergenza, nonché per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. L'Assemblea passerà ora all'esame degli ordini del giorno e quindi al voto finale del provvedimento, che dovrà passare poi al Senato, per essere convertito in legge entro il prossimo 1 marzo.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Mosca torna all'attacco del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Ancora una volta a parlare è la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che afferma che "non può essere lasciato senza conseguenze e non lo sarà mai”, quanto affermato dal Capo dello Stato italiano nel corso della conferenza tenuta a Marsiglia il 5 febbraio scorso in occasione dell’onorificenza accademica di dottore honoris causa. In particolare l'affermazione secondo cui alla fine degli anni Trenta "anziché cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura".
Se venerdì scorso fonti del Quirinale avevano parlato di un Presidente assolutamente sereno, rimandando alla lettura del testo pronunciato a Marsiglia, stavolta la linea del Colle è di assoluto silenzio e di nessun commento rispetto alla nuova sortita russa, peraltro seguita da attacchi cyber di tipo DDoS filorussi a siti italiani di aeroporti e di trasporto pubblico. Azioni rivendicate sempre in risposta al discorso pronunciato nell'università francese.
Mattarella intanto è in partenza per una visita ufficiale in Montenegro, che culminerà domani con i colloqui nella capitale Podgorica con l'omologo montenegrino Jakov Milatovic. Primo appuntamento stasera l'incontro con una rappresentanza della collettività italiana.
Washington, 17 fab. (Adnkronos/Afp) - Gli incontri tra funzionari statunitensi e russi in Arabia Saudita non dovrebbero essere visti come una "negoziazione" sull'Ucraina. Lo ha sottolineato un portavoce del Dipartimento di Stato americano in vista dei colloqui tra i due paesi domani a Riad.
"Non credo che le persone dovrebbero vedere l'incontro come qualcosa dove verranno messi a punto dettagli o progressi, come una specie di negoziazione", ha affermato Tammy Bruce, aggiungendo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha incaricato i funzionari di "dare seguito in modo efficace" alla telefonata con Vladimir Putin.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - "Leggo che Silvia Salis, a cui faccio il mio in bocca al lupo per la candidatura a Sindaco di Genova, ha subito focalizzato l'attenzione e il suo impegno sull'incontro con le persone, rimettendole al centro, andando ad ascoltarle quartiere per quartiere. Poche parole ma chiare, che mi confortano e ricordano il senso dell'essere Sindaco: al centro di ogni politica ci sono le persone, c'è un territorio che va ascoltato, proprio quello che ho sempre cercato di fare nel mio impegno quotidiano. Per questo mi conforta che siano proprio queste le parole che guidano la sua campagna elettorale per la città di Genova". Lo dichiara Luca Pastorino, Sindaco di Bogliasco, deputato del Partito Democratico.
Beirut, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Le autorità libanesi hanno reso noto di aver prorogato a tempo indeterminato la sospensione dei voli in entrata e in uscita verso l'Iran, dopo aver inizialmente vietato agli aerei iraniani di atterrare a Beirut fino al 18 febbraio.
Le autorità hanno deciso di "incaricare il ministro dei lavori pubblici e dei trasporti di estendere il periodo di sospensione dei voli da e per l'Iran", ha detto ai giornalisti la portavoce della presidenza libanese Najat Charafeddine, senza specificare quando i voli riprenderanno.
Varsavia, 17 feb. (Adnkronos) - "Se noi europei non spendiamo molto per la difesa adesso, saremo costretti a spendere 10 volte di più se non impediamo una guerra più ampia". Lo ha scritto sui social il premier polacco Donald Tusk. "Come primo ministro polacco - ha aggiunto - ho il diritto di dirlo forte e chiaro, dato che la Polonia spende già quasi il 5% del suo pil per la difesa. E continueremo a farlo".
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - L’Istituto nazionale di statistica e Polo strategico nazionale hanno siglato un accordo per la migrazione di servizi rilevanti dell’Istituto sull’infrastruttura cloud di Psn. La realizzazione di questo progetto, si legge in un nota congiunta, è stata resa possibile grazie ai fondi previsti nell’ambito della Missione 1.1 Infrastrutture digitali del Pnrr, promossi dal Dipartimento per la trasformazione digitale della presidenza del Consiglio dei ministri. Il progetto, si legge nel comunicato, ''ha l’obiettivo di arricchire i servizi infrastrutturali di Istat con soluzioni connotate da elevati livelli di innovazione e di sicurezza grazie ai quali Istat potrà gestire e analizzare una vasta gamma di dati demografici e sociali provenienti da fonti eterogenee, sviluppando e attivando nuovi processi di modellazione e rappresentazione dei fenomeni di interesse''.
L’Istat, ha dichiarato Massimo Fedeli, direttore del Dipartimento per lo sviluppo di metodi e tecnologie per la produzione e diffusione dell'informazione statistica, ''è fortemente impegnato nello sviluppo di applicazioni di Intelligenza Artificiale, a supporto della produzione statistica ufficiale. L’accordo con il Polo Strategico Nazionale rientra proprio nella strategia complessiva finalizzata al potenziamento della rete con Istituzioni, realtà private e soprattutto con il mondo della ricerca e alla esplorazione consapevole delle opportunità offerte dalla Ia”.
Emanuele Iannetti, amministratore delegato di Polo strategico nazionale, ha dichiarato: “Siamo lieti di collaborare con l’Istat in questo progetto altamente innovativo abilitato dalla nostra infrastruttura cloud sovrana, scalabile e sicura. Questo accordo non solo rafforza la nostra missione di garantire la sicurezza e la sostenibilità nella gestione dei dati critici e strategici della Pubblica Amministrazione italiana, ma dimostra anche il nostro impegno nel supportare l'innovazione e la crescita tecnologica del paese".