Nel 2009 il reato fu dichiarato prescritto. La Corte dei Conti, invece, andò avanti e ieri è arrivata la sentenza definitiva della Cassazione che ha condannato l’ex governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti per danno erariale: dovrà risarcire la pubblica amministrazione con 300mila euro. La vicenda è quella dell’ex Italcitrus, un vecchio stabilimento per la trasformazione di agrumi che il Comune di Reggio, quando Scopelliti era sindaco, acquistò nel 2004 dall’imprenditore Emidio Francesco Falcone.
Due milioni e mezzo di euro per un capannone abbandonato e pieno di amianto dove Scopelliti voleva realizzare una sede Rai. Erano gli anni della Reggio “da bere”, di un Comune capace di impegnare milioni di euro in feste e spettacoli. Pagato il proprietario dell’ex Italcitrus, il Comune non riconvertì mai quei terreni e quel capannone. Non ci fu un utilizzo proficuo per la collettività, nonostante la necessità dell’acquisto fosse stata motivata per ospitare un fantomatico centro della Rai che non ha mai visto la luce. Per i magistrati, quella di Scopelliti era risultata “l’azione trainante in tutta l’operazione”.
In primo grado l’ex governatore era stato condannato dalla Corte dei Conti della Calabria, nel 2009, a risarcire il danno con 697.511 euro perché i giudici contabili avevano ritenuto che fosse stato corrisposto “un prezzo largamente superiore” al valore del bene immobiliare, oltre al fatto che era stato acquistato un bene “inutile rispetto all’interesse pubblico”. In secondo grado nel 2014, invece, la Corte dei Conti sezione centrale aveva ridotto l’entità del risarcimento a 300mila euro dopo aver eliminato la prima voce di addebito per via “dell’incertezza del reale valore di mercato del complesso immobiliare, alla luce delle diverse stime espresse in più perizie”, e lasciando fermo invece il secondo motivo di addebito relativo alla inutilità dell’acquisto. Per questo motivo era stata messa sotto ipoteca la casa coniugale di Scopelliti.
La vicenda dell’ex Italcitrus era scoppiata nel 2007, durante le elezioni comunali vinte dall’esponente di centrodestra. All’epoca si era candidato a sindaco anche l’imprenditore Eduardo Lamberti Castronuovo, oggi assessore provinciale alla Cultura e alla Legalità. Proprio Lamberti Castronuovo aveva sollevato la polemica sull’acquisto inopportuno dell’ex stabilimento di agrumi ed era stato querelato per diffamazione per aver inviato, durante la campagna elettorale, un opuscolo sulla vicenda a casa dei cittadini.