Secondo gli inquirenti Giuliano, Michele e Luigi Ascione avevano costituito una "cellula economica" che operava prevalentemente nel basso Lazio
Una “cellula economica” che operava prevalentemente nel basso Lazio. La Guardia di Finanza ha confiscato beni per un circa 50 milioni agli imprenditori Giuliano, Michele e Luigi Ascione: tre fratelli ritenuti legati al clan Mallardo.
Al termine delle indagini, svolte dagli uomini del Gico del Nucleo di Polizia tributaria di Roma, sono stati sottoposti a confisca l’intero patrimonio di tre società, due immobiliari e una concessionaria di auto di Napoli, le quote di una quarta società, 104 unità immobiliari sparse nelle province di Latina, Napoli e Cosenza, 15 tra auto e moto, un’imbarcazione e 27 rapporti finanziari.
Il provvedimento di confisca è stato emesso dal tribunale di Latina e arriva a distanza di 3 anni dal sequestro di beni disposto nei confronti dei fratelli Ascione. Le indagini, partite nel 2012 e coordinate dalla Dda di Roma, hanno ricostruito l’ascesa dei tre imprenditori in provincia di Napoli e soprattutto in quella di Latina, dopo esser entrati in affari con esponenti di spicco del clan Mallardo.
Il legame dei fratelli Ascione con il clan è stato riscontrato dagli elementi raccolti dal Gico del nucleo di polizia tributaria di Roma e anche da diversi collaboratori di giustizia che avevano fatto parte dell’organizzazione. Tutti e tre i fratelli, hanno detto questi ultimi, hanno intrattenuto e tuttora intrattengono “rapporti costanti” con i fratelli Dell’Aquila, con la famiglia Mallardo e con esponenti del loro clan con i quali realizzano affari di natura illecita.