Lo ha deciso la Corte dei Conti, stabilendo l'ammontare del danno erariale causato all'ente previdenziale degli psicologi nel 2011. L'immobile vicino alla Fontana di Trevi fu acquistato per 26,5 milioni (più Iva) dal senatore Riccardo Conti e rivenduto nello stesso giorno all’Enpap per 44,5 milioni. Arcicasa è ancora sotto processo per truffa aggravata e ostacolo alle attività di vigilanza
Angelo Arcicasa, ex presidente dell’Ente previdenziale degli psicologi (Enpap), è stato condannato a risarcire 11 milioni di euro all’istituto: la Corte dei Conti del Lazio mercoledì 25 maggio ha quantificato in quella cifra il danno erariale causato dalla compravendita del palazzo in via della Stamperia, a Roma. Una vicenda in cui è coimputato anche il senatore di Ala Denis Verdini, ex coordinatore Pdl, rinviato a giudizio con l’accusa finanziamento illecito ai partiti in relazione a un versamento di un milione di euro ricevuto pochi giorni dopo l’operazione immobiliare da Riccardo Conti, ex parlamentare Pdl e Forza Italia confluito anche lui in Ala.
I fatti, ricorda la stessa Cassa in una nota, risalgono al 2011, quando “un palazzo al centro di Roma, vicino alla Fontana di Trevi, fu acquistato il 31 gennaio dall’allora proprietaria ‘Idea-Fimit‘ per 26,5 milioni (più Iva) dal senatore Riccardo Conti, attraverso la società ‘Immobiliare Estate Due srl‘ – oggi fallita – e rivenduto, nello stesso giorno, all’Enpap per 44,5 milioni”. Per quella compravendita “si aprirono due procedimenti: uno penale, in cui l’ex presidente Arcicasa è tuttora sotto processo per truffa aggravata nei confronti dell’Ente e per ostacolo alle attività di vigilanza e l’altro”, ora giunto a sentenza, presso la Corte dei Conti. Che ha condannato Arcicasa al risarcimento per “l’inutile esborso”, cui “deve aggiungersi la rivalutazione monetaria a far data dal rogito notarile da cui è derivato l’acquisto”.
“A riprova della dolosità del contegno del convenuto Arcicasa”, si legge nella sentenza, “la Procura deduce le anomale modalità di trattativa e di acquisto: il convenuto aveva condotto trattative (senza preventivo adeguato supporto peritale) con soggetto non titolare della proprietà, cui erano stati conferiti i mezzi finanziari per svolgere una sostanziale interposizione (essendo la “Immobiliare Estate Due s.r.l.”) priva di tale capacità economica”. Secondo il giudice, “risulta ampiamente provato che il convenuto ha intavolato trattative per l’acquisto dell’immobile in questione, volutamente tacendo al C.d.A. le valutazioni di mercato e i colloqui intrattenuti con i soggetti di riferimento; concluso accordi per una serie di operazioni (manifestamente illogiche, se non aventi come precisa finalità favorire terzi interposti fra il venditore e l’acquirente finale) destinate a un esborso ingiustificato da parte dell’Enpap; mancato, finanche, di fare acquisire l’immobile “chiavi in mano” all’Ente, attesa l’insolvenza della società venditrice e il contenzioso con i fornitori di beni e servizi”.
Il risultato è stato “rendere possibile una partita di giro fra l’Enpap e la “Immobiliare Estate Due”, funzionale a una lievitazione dell’esborso finale a carico dell’Ente e a favorire indebitamente la sopramenzionata Società e il suo amministratore dott. Conti”. Una condotta “volutamente finalizzata a rendere possibile il mantenimento delle trattative fra l’Arcicasa e il Conti, frodando da ultimo l’Ente mediante raggiri e informazioni incomplete”.
Il presidente della Cassa degli psicologi, Felice Damiano Torricelli, ha fatto sapere che il nuovo consiglio di amministrazione ha “cambiato tutte le procedure rendendole pienamente tracciabili”, come nel caso del “piano degli investimenti e della composizione del patrimonio”, entrambi pubblici.