La famiglia di Jules Bianchi avvia un’azione legale nei confronti della Federazione Internazionale dell’Automobile per fare chiarezza ed accertare responsabilità sull’incidente che portò alla morte del giovane pilota francese.
Era l’ottobre del 2014 quando Jules Bianchi, a Suzuka durante il Gp del Giappone, perdendo il controllo della sua vettura a più di 200 km/h, andò ad impattare contro una gru che a bordo pista era intenta a rimuovere la Sauber di Adrian Sutil uscita di pista nel giro precedente. L’impatto della Marussia contro la gru procurò a Bianchi dei danni assonali diffusi, ovvero l’interruzione dei contatti che tiene in collegamento i neuroni. Jules lottò fino al 17 luglio del 2015 quando si spense nell’ospedale di Nizza dove era stato trasferito successivamente.
Va ricordato che la Fom non ha mai reso pubblici i filmati dell’incidente, neanche quelli registrati dalla stessa camera car presente sulla Marussia del pilota francese. La dinamica dell’incidente, infatti, fu ricostruita grazie ad un filmato amatoriale girato da un tifoso giapponese che, per caso, riuscì a riprendere le fasi di recupero della vettura di Sutil e l’impatto della Marussia di Bianchi contro la gru che la stava rimuovendo.
Grazie ad esso si riuscì a determinare in che modo avvenne l’impatto e quali furono le indicazioni date ai piloti in quel tratto della pista. La direzione di gara aveva, infatti, fatto esporre le bandiere gialle per segnalare il pericolo, ed elettronicamente erano state accesi i led gialli sul volante dei piloti in pista. Il regolamento prevede, come è noto, che i concorrenti alzino il piede dall’acceleratore in quel tratto ma di fatto, si sa che questo avviene solo in modo parziale, il minimo necessario per far registrare alla telemetria che c’è stato si un rallentamento del pilota ma quasi del tutto insignificante.
Ma qualunque sia stato il comportamento dei piloti in pista ciò che rimane, è la presenza di un automezzo di recupero in pista che in quel momento non si sarebbe dovuto trovare lì. Non è sicuramente il primo caso. In passato si è più volte assistito al recupero delle monoposto con l’ausilio di questi mezzi durante le fasi di gara, e alcune volte già si era sfiorato il peggio: basti ricordare l’uscita di pista di Schumacher in Brasile nel 2003 a pochi metri da una gru che stava rimuovendo un’altra monoposto uscita poco prima.
Ora il Circus della Formula 1 dovrà rispondere di quanto accaduto in Giappone in quel maledetto Gp. La famiglia di Bianchi ha dato mandato al suo avvocato di avviare un’azione legale per far chiarezza ed individuare le eventuali responsabilità punendo chi poteva evitare questo terribile incidente. Responsabilità che per la Fia furono esclusivamente del pilota come venne riportato nella relazione finale di ben 396 pagine redatta da un’apposita commissione d’inchiesta che la stessa Fia in autonomia nominò. Tra i cui componenti della commissione personaggi noti come: Ross Brawn, Stefano Domenicali e Emerson Fittipaldi che assolsero totalmente la Federazione da ogni responsabilità… di fatto era difficile credere che la commissione potesse accusare la stessa Federazione di cui era parte.