E’ scomparsa il 5 maggio scorso. Da quel giorno dell’imprenditrice agricola Maria Chindamo non c’è più nessuna traccia. Nonostante che i carabinieri della Compagnia di Tropea stiano setacciando da giorni palmo a palmo il territorio di Nicotera, con perquisizioni in abitazioni e aziende agricole in una vasta area del Vibonese e nella zona di Laureana di Borrello, il centro del reggino in cui la 44enne risiedeva con i tre figli. Il sospetto è che per lei non ci sia più nessuna speranza. Gli inquirenti sono convinti che sia morta. Uccisa. Per questo la procura di Vibo Valentia sta procedendo per sequestro di persona e omicidio volontario.
Chi indaga pensa che la Chindamo sia stata rapita: prelevata mentre era alla guida della sua automobile – sulla quale sono state rilevate tracce di sangue – con il solo scopo di ucciderla. Gli inquirenti avrebbero anche acquisito precisi elementi in merito al movente dell’omicidio dell’imprenditrice, ma sul punto, al momento, mantengono il riserbo. E questo in attesa dell’esito degli accertamenti del Ris e della Questura di Palermo – che hanno a disposizione i cani molecolari – a cui è stato inviato il materiale sequestrato nel corso delle perquisizioni, tra cui dodici autovetture e una serie di mezzi agricoli. La certezza è che comunque “si tratta di una vicenda dai contorni molto brutti”. Negli stessi ambienti della procura di Vibo Valentia si chiede di poter proseguire le indagini “senza assilli o pressioni di sorta”, sottolineando la difficoltà del contesto investigativo in cui si sta operando e aggiungendo che “sarà tutt’altro che agevole venirne a capo”.
Forse, per venirne a capo, bisogna scavare nel passato dell’imprenditrice agricola dal quale emerge una tragedia personale: il suicidio del marito avvenuto lo scorso anno. Da quel momento Maria Chindamo ha preso in mano la gestione dell’azienda agricola di famiglia. E agli investigatori non sfugge la coincidenza temporale tra le due vicende: la scomparsa della Chindamo è avvenuta nel giorno in cui cadeva il primo anniversario del suicidio del marito. Per questo la certezza è che la soluzione dell’enigma sia da cercare in fatti accaduti a Laureana di Borrello e nelle vicende familiari dell’imprenditrice.