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Migranti, a Ventimiglia sindaco e 11 consiglieri si sospendono dal Pd: “Da vertici e governo nessuna risposta”

La decisione del primo cittadino Ioculano e dei membri della sua maggioranza nella città al confine con la Francia dove, dopo la chiusura del centro di accoglienza, i profughi continuano ad arrivare. "Degrado e nessuna assistenza. Abbiamo scritto più volte a Renzi ed Ermini, ci aspettavamo un comportamento diverso". 150 persone accampate sul lungofiume

Dimissioni di massa dal Partito democratico perché i vertici, anche nazionali, non intervengono sulla questione migranti. Il sindaco di Ventimiglia Enrico Ioculano e gli 11 consiglieri di maggioranza, tutti del Pd, si sono autosospesi dal partito per protestare “contro la mancata posizione a livello politico da parte degli organi centrali e regionali del Pd e del governo, per risolvere la questione migranti a Ventimiglia”. Lo ha annunciato il segretario cittadino del Pd, Domenico Casile. A Ventimiglia è stato chiuso il centro di accoglienza, come chiesto dal sindaco, ma i migranti continuano ad accamparsi in città. “Ho comunicato la decisione di autosospendermi, ieri sera, al Circolo”, ha detto Ioculano.

“Abbiamo deciso di autosospenderci, perché a livello regionale e nazionale abbiamo constatato la totale assenza del partito. Il silenzio assoluto. Malgrado le continue sollecitazioni, mai nessuno ha preso posizione sul problema dei migranti a Ventimiglia. Persone che vivono nel degrado, senza nessuna assistenza. Ci troviamo di fronte a un’emergenza di tipo umanitario, solo la senatrice Donatella Albano si è impegnata”.

Dopo la visita del ministro dell’Interno Angelino Alfano del 7 maggio, il centro di accoglienza della stazione ferroviaria è stato chiuso. Il ministro, ricorda Ioculano “si era impegnato a risolvere il problema migranti, facendo identificare e trasferire dalle forze di polizia gli stranieri rimasti in città, soprattutto nei pressi della stazione e a bloccare i nuovi arrivi al confine, intervenendo già sui treni”.

Ma con il centro chiuso nulla è cambiato e ora un centinaio di migranti vive, in pessime condizioni igieniche, in un accampamento curato dai “No border” sul greto del fiume Roja, con la Caritas che distribuisce pasti.
Nei mesi scorsi, il Pd di Ventimiglia e il sindaco avevano più volte scritto dal presidente del consiglio Matteo Renzi e al commissario del Pd Ligure David Ermini chiedendo aiuto. “Ci aspettavamo un comportamento diverso – ancora Casile – da un governo amico. Pertanto, abbiamo deciso di autosospenderci”. Per smantellare la tendopoli del Roja il sindaco dovrà ora emettere un’ordinanza di sgombero per motivi igienico sanitari.

Un anno fa a Ventimiglia erano arrivati centinaia di migranti che volevano entrare in Francia, ma il paese transalpino chiuse la frontiera e i profughi finirono per accamparsi anche sugli scogli. Da allora, anche se con numeri minori, a Ventimiglia la presenza di migranti diretti in Francia è rimasta costante.

“In questo momento il piano Alfano o non è stato messo in piedi o non funziona e il risultato è che abbiamo più di 150 persone accampate sul lungofiume“, ha poi affermato il sindaco all’Adnkronos. “Ma al di là dell’apporto istituzionale c’è il rapporto con un partito dal quale non abbiamo avuto riscontro. Quindi l’autosospensione riguarda il rapporto politico con il partito”.