Tra i due una fitta rete di contatti durata due anni. L'uomo, un cittadino Usa residente in Portogallo, due settimane fa è arrivato apposta in Italia con la moglie per "sposare" la vittima, da cui voleva un figlio perché glielo aveva detto Dio. Il padre al Fatto.it: "Darò vita a un'associazione per tutelare i minori sui social"
La ragazzina è vestita di bianco. La corona di fiori in testa. Una piccola fede al dito: l’ha comprata in un negozio di cinesi per la “cerimonia”. Ha 13 anni. Accanto a lei un uomo di 64. E’ arrivato apposta dal Portogallo per “sposarla“. I due sono insieme, per cinque ore, nel garage buio di un appartamento nel centro di Milano. La farsa di un “matrimonio”. Poi il sesso. Non è la sequenza di un film dell’orrore. Non è un episodio della serie tv True Detective, con Matthew McConaughey e Woody Harrelson nei panni di due poliziotti che indagano su una scia di stupri e omicidi rituali tra i bayou della Lousiana. Questi sono i fotogrammi macabri di un piano sequenza andato realmente in scena la mattina del 14 maggio in uno stabile in zona Sant’Agostino, nel centro città. E’ il “sacrificio degli innocenti” di cui – secondo le indagini della Squadra mobile – si è macchiato un pastore religioso, cittadino americano, sposato e con quattro figli, che nella piccola cittadina portoghese sul mare di Portimão, nell’Algarve, è la guida spirituale di una congregazione religiosa. Sul loro sito foto e video di iniziative con famiglie e bambini. Con cui molto probabilmente l’uomo è in contatto.
Due anni fa il pastore conosce su Second Life la sua vittima, una studentessa italiana di scuola media. Nelle chat il 64enne parla di Dio e di sesso sadomaso. Tra i due, migliaia di contatti sul social network americano che permette di creare un avatar. Una seconda vita virtuale dove chiunque può fingere di essere quello che desidera: inventare l’età, la professione, la nazionalità. E chissà cosa sognava di essere Alice (il nome è di fantasia) quando è finita nella rete del suo futuro mostro, di cui si fidava solo perché era un religioso che ha approfittato della sua posizione per plasmare la volontà di una ragazzina non ancora adolescente. Di sicuro Alice non immaginava di diventare la protagonista di questa brutta storia che arriva a una svolta due settimane fa. Quando l’uomo arriva a Milano assieme alla moglie per incontrare la bambina. I tre si vedono per la prima volta giovedì 12 maggio. Cenano assieme. Poi il pastore bacia sulla bocca Alice. Davanti alla moglie. La coppia incontra di nuovo la 13enne il giorno dopo. Ma è sabato mattina che l’inferno si materializza in un garage dell’appartamento preso in affitto a pochi passi dal carcere di San Vittore, non lontano dall’Università Bocconi. La moglie esce a fare shopping in centro. Alice rimane con il pastore per cinque ore. Vede l’abisso. Poi torna a casa. Non parla con nessuno. Custodisce tutto dentro di sé come un brutto ricordo. Domenica vede di nuovo la coppia. Non accade niente.
Lunedì, però, trova la forza di rivivere l’incubo e racconta tutto a una professoressa. I genitori vengono immediatamente informati e si precipitano in questura per sporgere denuncia. E poche ore dopo uomini della Squadra mobile, guidati da Lorenzo Bucossi, bussano alla porta del pastore per arrestarlo. A caldo il pastore cerca di giustificarsi. Dice di aver pensato che Alice fosse maggiorenne. Ipotesi poco credibile. Perché la ragazzina “non dimostra più anni di quelli che ha”, spiegano gli investigatori. Adesso l’uomo è in carcere. Il 17 maggio il gip Alessandra Clemente, che ha firmato l’ordinanza su richiesta del pm Andrea Fraioli, convalida la custodia cautelare per atti sessuali su una minore. La posizione della moglie (non indagata) è invece ancora tutta da chiarire. Come sono ancora da setacciare il computer e il telefono del religioso per capire se in passato si sia macchiato di altri scempi. Un lavoro affidato agli specialisti della 4° sezione della Mobile che si occupano di reati sessuali e contro i minori.
“Mia figlia sta malissimo. E’ chiusa in sé stessa, non vuole uscire di casa e ha paura di stare in mezzo agli altri – racconta a ilfattoquotidiano.it il padre della vittima – Voglio dare vita a un’associazione per proteggere i minori dai rischi che possono provenire dai social network. Non è possibile che una ragazzina si iscriva sotto anonimato. Inoltre – continua l’uomo – ho intenzione di fare causa a Second Life, Facebook e Instagram. E voglio che la gente sappia che personaggio è questo religioso”.
Nascosto in camera della ragazzina è stato trovato il vestitino bianco insieme a un reggiseno dello stesso colore, una corona di fiori e un barattolo di miele. Non è stata trovata la fedina acquistata per pochi euro. Alice ha raccontato di averla gettata nel Naviglio appena uscita dalla casa del pastore. Lui le aveva detto che desiderava un figlio da lei. Lui le aveva detto che era stato il Signore a volerlo.