Stadio San Siro, venerdì pomeriggio. Mancano 30 ore al fischio d’inizio di Real-Atletico. Sotto un albero di fronte al Gate 3, quattro italiani si riparano dal sole. Sembra, almeno. “Scusa, parli inglese?”. Risposta affermativa. Avanti con la richiesta: “Un minuto solamente, aspettiamo un signore thailandese. Adesso lo chiama lui – dice indicando l’amico – e tu gli chiedi se sta arrivando. È un nostro cliente, per due biglietti”. Cliente. Nella corsa agli ultimi tagliandi per il match di calcio più atteso dell’anno, i bagarini diventano broker e i tifosi sprovvisti di tagliando sono clienti. La cifra viene fuori poco dopo, quando al termine della chiamata Mr Thank conferma d’essere in arrivo. “Evvai, so’ seimila euro”. Seimila euro per due posti a sedere. Prima che Mr Thank risponda, però, il bagarino sbaglia numero. Risponde un’altra persona. Non cerca biglietti, li piazza anche lui. “Devo vendere due di prima categoria, a 2mila euro”. Accade tutto davanti ai nostri occhi. Sotto un albero, ma alla luce del sole.
In piazza Duomo un ragazzo russo confida di averne appena comprati due, assegnati mesi fa a sorteggio dall’Uefa. Chi li ha venduti ha intascato quasi dieci volte quanto ha speso: 320 euro di spesa, 1500 di incasso. Oltre 1200 euro di ricavo netto. Una settimana di vacanza pagata. I tagliandi sono formalmente nominali, ma non c’è un nome stampato sul prezioso rettangolo che permette di sedersi sugli spalti e godersi la finale di Champions. Ecco quindi che diviene più semplice vendere e comprare. Infatti anche su internet è un continuo proliferare di offerte.
Basta digitare su Google il nome di un famoso portale specializzato nella rivendita di biglietti e aggiungere la chiave “tagliandi Champions” per veder comparire una schermata con sette pagine di offerte per un totale di 256 proposte. Venerdì a metà pomeriggio il prezzo minimo per un biglietto di categoria 3 era di 1077 euro. Ma si arrivava anche a 11.376 euro. Molti sconosciuti venditori danno la possibilità di ritirare i biglietti direttamente il giorno della partita. Appare chiaro quindi che chi li piazza si trova a Milano.
E non per vedere la partita. Si tratta con ogni probabilità di italiani che sono stati baciati dalla fortuna quando la Uefa ha messo in vendita i tagliandi sul proprio portale a marzo. Sorteggiati, hanno a disposizione due biglietti. Uno viene effettivamente usato per seguire Real-Atletico, l’altro viene piazzato a cifre astronomiche a tifosi madrileni o a facoltosi appassionati asiatici e russi disposti a spendere migliaia di euro per vedere i novanta minuti più attesi della stagione. Una chiamata, poche parole, una ricca busta: deal done. “Buona partita” a chi compra. “Buona vacanza” a chi vende.