Nel 2014 la Guardia di Finanza ha trovato un ammanco da oltre mezzo milione di euro, ma le verifiche del nuovo primo cittadino hanno fatto emergere un buco da 2 milioni. La giunta: "Dobbiamo recuperare quei soldi, presenteremo il conto anche agli amministratori dal 2000 al 2016"
Quando a Pasqua di due anni fa il vicesindaco Gianluca Ugolini scoprì che si era aperta una voragine lungo la strada che stava percorrendo, dovette caricarsi in auto una montagna di catrame e poi richiuderla da solo, perché dal 2011 il Comune non può pagare agli operai della manutenzione i turni di lavoro nei giorni festivi. Se si verifica un incidente d’auto il sabato pomeriggio i vigili urbani devono intervenire gratis: l’amministrazione, infatti, non è in grado di retribuire loro né la reperibilità, né gli straordinari. Così vanno le cose a Coriano, in provincia di Rimini, la città dove nacque il campione Marco Simoncelli. E che ora è sull’orlo della paralisi: “Per quasi 10 anni – racconta Michele Morri, assessore al Personale di Coriano – le amministrazioni che si sono succedute alla guida del Comune hanno retribuito in modo non conforme alla legge i propri dipendenti, erogando loro salari accessori ‘senza valutazioni e graduatorie’, e premi di produttività a pioggia”, per un totale di 1,9 milioni di euro. Soldi pubblici sottratti, tra il 2000 e il 2010, ad altre voci di bilancio, che potrebbero costituire un danno erariale, e che nel frattempo legano le mani all’amministrazione attuale, una lista civica guidata da Domenica Spinelli subentrata nel 2012 al commissario prefettizio Maria Virginia Rizzo, e prima ancora a 67 anni di Partito Democratico incontrastato.
Racconta il sindaco Spinelli: “Dal 2011, cioè da quando sono emerse le prime irregolarità, non solo abbiamo dovuto tagliare gli stipendi ai lavoratori, per poter riportare il Comune entro le disposizioni di legge, ma non possiamo più pagare ai dipendenti pubblici né gli straordinari, né il lavoro nei giorni festivi, o la reperibilità fuori orario, e garantire il funzionamento dei servizi è sempre più difficile”. Specie se capita un’emergenza, come nel caso dell’alluvione di febbraio 2015, o il primo maggio di un anno fa, quando un corianese morì e la famiglia dovette posticipare il funerale di 3 giorni perché non si potevano pagare gli straordinari all’ufficio anagrafe. “E’ surreale – spiega Spinelli – e ora stiamo lavorando per cercare di uscire da questo immobilismo”.
A scoperchiare il vaso di Pandora fu, per primo, il commissario prefettizio, che cinque anni fa subentrò al sindaco dimissionario Maria Luigina Matricardi, ultima di una dinastia di sindaci democratici così lunga che il paese era stato soprannominato Corianograd. Rizzo chiese una verifica del fondo per le risorse decentrate, inciampando in 4 milioni di euro di debiti fuori bilancio. I documenti vennero passati alla procura della Corte dei conti, che diede mandato alla Guardia di finanza di indagare, e nel 2014 le fiamme gialle di Rimini ipotizzarono un danno erariale da 510mila euro per i debiti fuori bilancio relativi al 2011, e i compensi accessori erogati al personale dipendente tra il 2008 e il 2010. “Il procedimento è ancora aperto, stiamo aspettando che la procura della Corte dei Conti si pronunci – continua Spinelli – Tuttavia quando sono stata eletta ho commissionato a mia volta uno studio del fondo, per capire bene la situazione”.
La relazione parte dal 2000, e parla di un debito più alto di quello contestato nel 2014: 1,9 milioni di euro spesi in modo illecito, cioè, di cui 750 mila stanziati, tra il 2003 e il 2010, per salari accessori riconosciuti ai dipendenti comunali “in misura superiore ai limiti di legge e in violazione delle disposizione contrattuali dal 2003 al 2010”. E 1 milione e 150 mila sotto forma di sono premi di produttività sempre erogati in modo illegittimo. “A noi tocca quindi il compito di recuperare quegli 1,9 milioni di euro se vogliamo sbloccare la situazione – spiega Spinelli – siccome però non crediamo che sia colpa dei dipendenti comunali se c’è stata una violazione della legge, perché quei soldi sono stati erogati da altri, stiamo cercando un modo per non dover mettere le mani nelle loro tasche”.
La sanatoria prevista dal decreto Salva Roma per i comuni virtuosi, tra i quali, a partire dal 2012, rientra anche Coriano, del resto non può essere applicata, perché prevederebbe il recupero del denaro illegittimamente stanziato attingendo dai fondi per gli esercizi futuri. Il problema è che quei soldi sono già prosciugati dalle progressioni orizzontali riconosciute in passato ai dipendenti, cioè gli scatti economici di carriera, sempre illegittimi, che il commissario non ha potuto revocare.
“Per rispettare la legge abbiamo messo in mora i dipendenti, per fissare i termini della prescrizione, tagliando dal loro salario quanto è stato erogato in più – spiega Spinelli – ma abbiamo deciso di presentare il conto anche agli amministratori, mettendo in mora loro e tutti i revisori dei conti, responsabili e segretari comunali che si sono succeduti dal 2000 al 2016. Una cinquantina di persone in tutto, me compresa”. Intanto, il sindaco lavora a un piano B, cioè a un emendamento ‘salva Coriano’ che permetta al Comune di recuperare parte della somma erogata tramite risparmi praticati su altri fondi.
“Nei prossimi giorni, poi, manderemo tutto alla Corte dei conti – spiega Spinelli – cosa che dovrebbe far scattare un’altra indagine, simile a quella del 2013: nel 2008 la giunta precedente, guidata dall’ex sindaco Matricardi, commissionò a una società specializzata l’incarico di effettuare un’analisi sulla situazione del fondo, riscontrando le stesse mancate conformità che vediamo oggi”. Ma il denaro erogato in modo irregolare non è mai stato recuperato. “E tuttavia – precisa Spinelli – qualcuno sapeva”.