L’aumento di temperatura a livello globale sembra inarrestabile. Dal febbraio 2015 ad oggi abbiamo registrato tredici mesi di caldo record, rispetto alle medie calcolate dal 1880. Le “anomalie” rispetto al 1900-2000 sono sempre più accentuate e marcate. La neve al polo nord si scioglie con 70 giorni di anticipo. L’Australia ha appena avuto il suo gennaio più caldo di sempre. Gli incendi senza sosta del Canada sono figli di temperature record – trenta gradi in aprile! – che hanno reso tutto arido e secco. Le temperature in Alaska hanno superato di 11 gradi la media. Ma la situazione più grave è in India dove la temperatura è arrivata anche a 51 gradi. E’ successo nel Rajasthan, ma in quasi tutta la nazione la temperatura è stata sopra i 40 gradi per varie settimane. A Dehli, la capitale, la temperatura è arrivata a 47 gradi.
Hanno sofferto tutti: animali nello zoo sottoposti a docce fredde e a cui sono stati dati minerali per prevenirne la disidratazione. La richiesta di elettricità è aumentata come mai prima: la gente cercava di usare l’aria condizionata nelle case. Non sempre c’è corrente. I poliziotti sulle strade hanno ricevuto speciali soluzioni saline per energia e anche vestiti e sciarpe speciali, con dentro dei cristalli idratanti ideati per tenere i loro corpi più freschi. Gli ospedali sono stati presi d’assalto con gente che si lamentava di insolazione. In alcuni Stati le scuole sono state chiuse con anticipo per il troppo caldo. I marciapiedi si sciolgono sotto i piedi dei pedoni. Ma dei tanti guai, i più gravi sono nelle zone rurali. Il caldo è stato devastante, in certi casi letale per chi vive in zone non urbane e per i quali il lavoro nei campi è la principale fonte di sostentamento. Decine di migliaia di agricoltori hanno dovuto lasciare la propria terra, dalla quale non si poteva più coltivare niente. Per il caldo e per la mancanza d’acqua.
Sono pure aumentati i suicidi fra i contadini. Trentasei contadini si sono suicidati in una settimana nello stato del Marathwada, dove è rimasto solo l’1% delle riserve idriche. In una sola settimana! Nel corso degli scorsi 4 mesi e mezzo, la cifra è arrivata a 450. Se si guarda allo scorso anno e mezzo, siamo a 1900 persone. L’acqua potabile scarseggia un po’ dappertutto e quasi 330 milioni di persone sono a rischio siccità. Nel 2015 sono morte quasi 2400 persone in India a causa delle ondate di caldo, per quest’anno ci si aspetta ancora peggio. E’ questo il risvolto umano dei cambiamenti climatici: le statistiche della Nasa, il conto dei mesi più o meno caldi, la misura di quanto gravi siano le anomalie del clima rispetto alla media, alla fine si traducono in vite umane. I cambiamenti climatici non sono solo grafici e numeri, sono persone, spesso le più indifese, con nessuno che lotta per i loro diritti. In India dovranno aspettare il prossimo monsone, a metà giugno, per un qualche tipo di ritorno alla normalità.