Diventò una specie di “eroe del popolo” perché portò dentro il Parlamento, prima che il Movimento Cinque Stelle si vedesse all’orizzonte, la voce di chi non ce la faceva più, ai tempi del governo Monti: “Avete rotto i coglioni!”. “Onorevole Barbato! – sussultò il presidente della Camera Gianfranco Fini, che non se l’aspettava – Non può utilizzare questo linguaggio da trivio in quest’Aula”. Francesco Barbato, mai iscritto a nessun partito, ha fondato l’Italia dei Valori e la lista civica nazionale, di cui fecero parte un po’ di amministratori locali, come l’allora governatore Riccardo Illy. Ma celebre Barbato lo era diventato già quando incastrò Antonio Razzi, passato dall’Italia dei Valori al Popolo della Libertà. Diventò celebre lui, ma consegnò la celebrità imperitura proprio a Razzi che proprio su quell’intervista con telecamera nascosta dentro l’Aula di Montecitorio ha fondato una carriera: proprio in quel dialogo disse “Perciò fatti un poco li cazzi tua e non rompere più i coglioni a… Che cazzo te ne fotte a te, te lo dico da amico”. I diecimila sketch di Crozza non sono inventati: quelle parole nascevano da lì, dal video di Barbato.
E ora Barbato, Francesco detto Franco – da non confondere con Tommaso che è quello che sputò a un altro senatore al voto di fiducia al governo Prodi – deve fare i conti con il dolore che prova per la conversione della figlia 26enne, che lui ha battezzato come Manuela e ora si è messa nome Aysha. “Vivo questa conversione non male, ma malissimo – ha detto a Il Giornale e ribadito alla Zanzara – perché è una religione troppo dura, troppo radicale, troppo rigida. È una religione integralista. L’ho constatato di persona, mia figlia vive con me. La vedo tutti i giorni. Quando è l’ora della preghiera, addirittura non si bada nemmeno ai bambini. Per questo, mi è capitato di arrabbiarmi con lei. Se un bambino piange, significa che ha bisogno di qualcosa, ha bisogno della mamma. Questo è fanatismo. Questo è il dolore che provo per questa sua scelta di vita”.
“Non so com’è venuta fuori questa storia – ha spiegato oggi al Corriere della Sera – Un giornalista del Giornale mi ha chiamato e io ho risposto. Credo che i personaggi pubblici debbano sempre essere trasparenti, anche nella loro vita privata”. Barbato è candidato sindaco con una lista civica a Camposano, 5mila abitanti, provincia di Napoli. Fu primo cittadino del suo paese già dall’inizio degli anni Novanta fino al 1998, anni durante i quali subì anche un attentato che lo costrinse alle dimissioni. Barbato ha spiegato alla Zanzara di rispettare la scelta della figlia, ma di viverla con qualche preoccupazione. Per qualche tempo la ragazza ha anche vissuto con il marito in India. Ora indossa il velo, evita di toccare gli uomini. E’ successo anche al funerale della nonna: “In chiesa dovevamo scambiarci il segno di pace, ma non ha voluto” racconta Barbato a Cruciani. “Immagini cosa significa per un padre”. “Sono tollerante – racconta Barbato al Corriere – ma è diventata fanatica, quando prega sembra un automa. Mi fa male, c’è una differenza troppo grande con il nostro modo di vivere”. C’entra il marito con la conversione della ragazza? “Non lo so, qualche volta viene qui a dormire e va via la mattina presto, lavora in una pizzeria a Napoli. Non mi interesso a lui. A meno che non venga a sapere certe cose: allora diventerei io più feroce dell’Isis“.