Livorno capitale della mobilità urbana del futuro? La giunta M5s del sindaco Filippo Nogarin sogna una rivoluzione iper-tecnologica del traffico urbano e lancia la sfida. L’idea è quella di una funivia-cabinovia di circa 2 chilometri che possa collegare il Porto Mediceo, che si trova vicino al centro storico della città, alla stazione ferroviaria. L’assessore alla mobilità Giuseppe Vece – entrato in giunta due mesi fa al posto di Giovanni Gordiani – ha commissionato uno studio di pre-fattibilità a una società per verificare se il progetto sia ipotizzabile o meno. Va detto che il traffico a Livorno non è tra i problemi più urgenti. Peraltro l’idea non è nuova tra gli amministratori M5s o aspiranti tali: lo scorso 5 maggio la candidata sindaco di Roma Virginia Raggi ha infatti lanciato via twitter l’idea della “funivia urbana Battistini-Casalotti“. A accendere i riflettori sull’ipotesi a Livorno è stato Il Tirreno. “Il sindaco l’ha presa più come una provocazione” dice l’assessore al fatto.it. “Ma se dobbiamo sognare, facciamolo in grande”.
Assessore Vece, con il progetto di una funivia urbana che colleghi il porto alla stazione ferroviaria vuol portare Livorno nel futuro?
E’ un’idea allo stadio preliminare, una sorta di mezza provocazione. In realtà ho però già commissionato uno studio a una società per verificare se il progetto sia ipotizzabile o meno dal punto di vista della fattibilità urbana. Stimiamo che a Livorno una funivia del genere possa trasportare 4mila persone ogni ora. In ambito europeo e mondiale queste idee di mobilità non convenzionale si stanno sempre più sviluppando. L’ultimo progetto che mi è passato per le mani è quello di Tolosa, in Francia. A New York infrastrutture del genere esistono invece già da tempo. Anche in Albania, Algeria e Sudafrica sono state realizzate cose simili. So inoltre che anche a Ankara, in Turchia, se ne sta discutendo.
Uno studio di fattibilità? Quale società se ne sta occupando?
E’ più opportuno parlare di studio di pre-fattibilità. Ho contattato una società specializzata il mese scorso. Mi è stato chiesto di presentare altri dati per capire meglio l’idea, sto fornendo altre planimetrie e ipotesi di percorso. Il nome della società? Al momento mi è stato chiesto di tenerlo riservato.
Esistono già funivie del genere in Italia?
No, in Italia sarebbe il primo caso. C’era un vecchio progetto a Genova porto-aeroporto ma non so a che punto sia mai arrivato. Anche a Roma si era pensato di superare in questa maniera il Grande raccordo anulare. Sarebbe bello se Livorno fosse la prima città italiana a realizzare un progetto simile, potremo diventare un interessante caso-studio.
Quanto potrebbe costare un’infrastruttura del genere?
Le cifre che circolano parlano di circa 2-4 milioni di euro a chilometro. La nostra idea-base prevede un percorso di circa due chilometri con un paio di fermate intermedie, magari in centro città o in zona ospedale. Diciamo che il costo potrebbe oscillare in maniera molto approssimativa tra i 6 e gli 8 milioni di euro, risorse che cercheremmo di reperire andando a caccia di fondi europei. Ovviamente tutti i dettagli sarebbero ancora da definire.
I tempi di realizzazione?
Tra l’apertura e la chiusura dei cantieri stimiamo circa 18 mesi. E’ importante sottolineare che i lavori non avrebbero alcun impatto sulla città. Non come a Firenze dove per fare il tram hanno paralizzato il centro per 5 anni. Gli autobus diventerebbero un importante sistema di raccordo per portare le persone alle fermate della funivia.
E Nogarin che ne pensa?
Il sindaco l’ha presa più come provocazione che come progetto reale. E’ ovvio che a Livorno abbiamo problemi più contingenti e importanti, ma se dobbiamo sognare, tanto vale sognare in grande.
Politica
Livorno, l’assessore M5s vuole una funivia dalla stazione al porto: “C’è già uno studio, dobbiamo sognare in grande”
Il responsabile del traffico nella giunta Nogarin: "Il sindaco? L'ha presa più come una provocazione. Ma progetti simili ci sono in varie città del mondo". Ipotesi sul costo: 6-8 milioni. "Per realizzarlo ci vorrebbero solo 18 mesi"
Livorno capitale della mobilità urbana del futuro? La giunta M5s del sindaco Filippo Nogarin sogna una rivoluzione iper-tecnologica del traffico urbano e lancia la sfida. L’idea è quella di una funivia-cabinovia di circa 2 chilometri che possa collegare il Porto Mediceo, che si trova vicino al centro storico della città, alla stazione ferroviaria. L’assessore alla mobilità Giuseppe Vece – entrato in giunta due mesi fa al posto di Giovanni Gordiani – ha commissionato uno studio di pre-fattibilità a una società per verificare se il progetto sia ipotizzabile o meno. Va detto che il traffico a Livorno non è tra i problemi più urgenti. Peraltro l’idea non è nuova tra gli amministratori M5s o aspiranti tali: lo scorso 5 maggio la candidata sindaco di Roma Virginia Raggi ha infatti lanciato via twitter l’idea della “funivia urbana Battistini-Casalotti“. A accendere i riflettori sull’ipotesi a Livorno è stato Il Tirreno. “Il sindaco l’ha presa più come una provocazione” dice l’assessore al fatto.it. “Ma se dobbiamo sognare, facciamolo in grande”.
Assessore Vece, con il progetto di una funivia urbana che colleghi il porto alla stazione ferroviaria vuol portare Livorno nel futuro?
E’ un’idea allo stadio preliminare, una sorta di mezza provocazione. In realtà ho però già commissionato uno studio a una società per verificare se il progetto sia ipotizzabile o meno dal punto di vista della fattibilità urbana. Stimiamo che a Livorno una funivia del genere possa trasportare 4mila persone ogni ora. In ambito europeo e mondiale queste idee di mobilità non convenzionale si stanno sempre più sviluppando. L’ultimo progetto che mi è passato per le mani è quello di Tolosa, in Francia. A New York infrastrutture del genere esistono invece già da tempo. Anche in Albania, Algeria e Sudafrica sono state realizzate cose simili. So inoltre che anche a Ankara, in Turchia, se ne sta discutendo.
Uno studio di fattibilità? Quale società se ne sta occupando?
E’ più opportuno parlare di studio di pre-fattibilità. Ho contattato una società specializzata il mese scorso. Mi è stato chiesto di presentare altri dati per capire meglio l’idea, sto fornendo altre planimetrie e ipotesi di percorso. Il nome della società? Al momento mi è stato chiesto di tenerlo riservato.
Esistono già funivie del genere in Italia?
No, in Italia sarebbe il primo caso. C’era un vecchio progetto a Genova porto-aeroporto ma non so a che punto sia mai arrivato. Anche a Roma si era pensato di superare in questa maniera il Grande raccordo anulare. Sarebbe bello se Livorno fosse la prima città italiana a realizzare un progetto simile, potremo diventare un interessante caso-studio.
Quanto potrebbe costare un’infrastruttura del genere?
Le cifre che circolano parlano di circa 2-4 milioni di euro a chilometro. La nostra idea-base prevede un percorso di circa due chilometri con un paio di fermate intermedie, magari in centro città o in zona ospedale. Diciamo che il costo potrebbe oscillare in maniera molto approssimativa tra i 6 e gli 8 milioni di euro, risorse che cercheremmo di reperire andando a caccia di fondi europei. Ovviamente tutti i dettagli sarebbero ancora da definire.
I tempi di realizzazione?
Tra l’apertura e la chiusura dei cantieri stimiamo circa 18 mesi. E’ importante sottolineare che i lavori non avrebbero alcun impatto sulla città. Non come a Firenze dove per fare il tram hanno paralizzato il centro per 5 anni. Gli autobus diventerebbero un importante sistema di raccordo per portare le persone alle fermate della funivia.
E Nogarin che ne pensa?
Il sindaco l’ha presa più come provocazione che come progetto reale. E’ ovvio che a Livorno abbiamo problemi più contingenti e importanti, ma se dobbiamo sognare, tanto vale sognare in grande.
Articolo Precedente
Prescrizione, Area Popolare e verdiniani contro emendamenti Pd: “Vanno ritirati, no a maggioranze trasversali”
Articolo Successivo
Federico Pizzarotti per due ore davanti al pm per inchiesta nomine Teatro Regio: “Ho chiarito tutto”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Cecilia Sala, Teheran gela il governo: “Trattata bene, ora rilasciate Abedini”. Pressing Usa: “L’iraniano resti in cella”. E Meloni incontra la madre della cronista
Mondo
La chiamata della cronista alla famiglia: “Dormo a terra, mi hanno sequestrato anche gli occhiali”
Fatti quotidiani
Per il 2025 regala o regalati il Fatto! Abbonamento a prezzo speciale, l’offerta fino al 6 gennaio
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "È quello che abbiamo chiesto. Ma capire è una parola inutile. Io non capisco niente e chi ci capisce è bravo. Si chiede, si fa e si combatte per ottenere rispetto. Capire no, mi spiace. Magari, capire qualcosa mi piacerebbe". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni a palazzo Chigi ai cronisti che le chiedono se la giornalista potrà avere altre visite da parte dell'ambasciata.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - Nella telefonata di ieri "avrei preferito notizie più rassicuranti da parte sua e invece le domande che ho fatto... glielo ho chiesto io, non me lo stava dicendo, le ho chiesto se ha un cuscino pulito su cui appoggiare la testa e mi ha detto 'mamma, non ho un cuscino, né un materasso'". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni a palazzo Chigi.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "No, dopo ieri nessun'altra telefonata". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, ai cronisti dopo l'incontro a palazzo Chigi con la premier Giorgia Meloni. "Le telefonate non sono frequenti. E' stata la seconda dopo la prima in cui mi ha detto che era stata arrestata, poi c'è stato l'incontro con l'ambasciatrice, ieri è stato proprio un regalo inaspettato. Arrivano così inaspettate" le telefonate "quando vogliono loro. Quindi io sono lì solo ad aspettare".
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "Questo incontro mi ha fatto bene, mi ha aiutato, avevo bisogno di guardarsi negli occhi, anche tra mamme, su cose di questo genere...". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, lasciando palazzo Chigi dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "Cerca di essere un soldato Cecilia, cerco di esserlo io. Però le condizioni carcerarie per una ragazza di 29 anni, che non ha compiuto nulla, devono essere quelle che non la possano segnare per tutta la vita". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni a palazzo Chigi.
"Poi se pensiamo a giorni o altro... io rispetto i tempi che mi diranno, ma le condizioni devono essere quelle di non segnare una ragazza che è solo un'eccellenza italiana, non lo sono solo il vino e i cotechini". Le hanno detto qualcosa sui tempi? "Qualche cosa - ha risposto -, ma cose molto generiche, su cui adesso certo attendo notizie più precise".
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "La prima cosa sono condizioni più dignitose di vita carceraria e poi decisioni importanti e di forza del nostro Paese per ragionare sul rientro in Italia, di cui io non piango, non frigno e non chiedo tempi, perché sono realtà molto particolari". Lo ha detto Elisabetta Vernoni, mamma di Cecilia Sala, dopo l'incontro a palazzo Chigi con la premier Giorgia Meloni.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "Adesso, assolutamente, le condizioni carcerarie di mia figlia". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni a palazzo Chigi ai cronisti che le chiedono quali siano le sua maggiori preoccupazioni. "Lì non esistono le celle singole, esistono le celle di detenzione per i detenuti comuni e poi le celle di punizione, diciamo, e lei è in una di queste evidentemente: se uno dorme per terra, fa pensare che sia così...".