Ancora un altro naufragio, il terzo in tre giorni. Nel Canale di Sicilia, al largo delle coste libiche, un altro barcone si è ribaltato, provocando la morte di “decine di persone”. Questo è quanto riferiscono i sopravvissuti, mentre i soccorritori della Marina Militare hanno recuperato 35 corpi in mare e la nave Vega della Marina ha salvato 135 persone. Stando alle testimonianze di chi era a bordo, il gommone ha imbarcato acqua e si è piegato su un fianco. E a quel punto molti dei passeggeri sono caduti nelle acque del Mediterraneo.
Nel corso della giornata si sono susseguite 17 le operazioni nel Canale di Sicilia, dove le forze italiane hanno salvato almeno duemila persone. Nei giorni scorsi, altri due naufragi hanno fatto almeno 150 vittime: il 25 maggio un barcone con oltre 500 migranti si è rovesciato al largo della Libia e il giorno successivo un altro con a bordo oltre cento persone è affondato nello stesso tratto di mare. Sono ottantotto le persone messe in salvo ma in questo caso, secondo le testimonianze di alcuni sopravvissuti, i dispersi sarebbero “un centinaio”.
Intanto, con l’arrivo della stagione estiva, cresce il numero di persone che cercano una strada verso il nostro Paese. Circa tremila quelle soccorse negli ultimi giorni che si stanno dirigendo verso i porti italiani: ha attraccato stamani nel porto di Catania il rimorchiatore italiano ‘Vos Thalassa’ con a bordo 890 migranti salvati in otto operazioni di soccorso. A bordo vi sono un centinaio tra donne e minori. Altre donne e altri bambini tra i 400 migranti sbarcati invece a Trapani. Mentre sono ancora in corso nel porto di Pozzallo, nel ragusano, le operazioni di sbarco dal pattugliatore Asso 29 con a bordo 657 migranti. Ieri sera poco prima della mezzanotte una motovedetta della Guardia Costiera aveva trasportato a terra sei donne in gravidanza, una diabetica, una ferita alla testa e un’altra alla schiena da arma di fuoco, 13 minori piccoli ed un uomo con un taglio al piede. Diversi i migranti disidratati per un totale di 47 persone ricoverati negli ospedali di Ragusa, Modica e Vittoria. Un medico marittimo, salito ieri a bordo del pattugliatore con un mezzo veloce, aveva riscontrato centinaia di casi di scabbia. E altre 700 persone sono arrivate a Taranto: in prevalenza di nazionalità somala ed eritrea, sono destinati a essere ospitati nell’hotspot della città pugliese. Da contare, poi, anche le 629 persone a bordo della nave Vega della Marina, che porta con sé anche le 45 salme recuperate dopo l’ultimo naufragio.