Cinque gli indagati dell'operazione "Match Off 2.0". Mettevano a disposizione di una community di 340mila persone contenuti multimediali, in diretta o on-demand, di cui non avevano i diritti. Rischiano fino a 4 anni di reclusione ciascuno
Offrivano per 10 euro mensili quello che, con un abbonamento legale, ne costa circa 100: partite, film, serie tv senza limiti. Tutto online, tutto per pochi euro. Tutto, rigorosamente senza possederne i diritti, a disposizione dei 340.000 membri di una community gestita da 5 persone. Alla vigilia della finale di Champions League del 28 maggio a Milano, la Guardia di Finanza ha assestato un colpo alla pirateria audiovisiva: ha oscurato e messo sotto sequestro 41 server in tre continenti (tre dei quali in Italia) e 50 siti illegali che trasmettevano via web contenuti trasmessi in diretta streaming e on demand. I cinque indagati, che rischiano fino a 4 anni di reclusione ciascuno, gestivano un volume d’affari che si aggira intorno ai 40 milioni di euro l’anno.
A concludere l’operazione, soprannominata “Match off 2.0“, i finanzieri del comando unità speciali. I militari del nucleo speciale frodi tecnologiche hanno eseguito numerose perquisizioni in varie regioni italiane. L’indagine è stata coordinata da Nicola Maiorano della procura di Roma.