Si gioca oggi e domani il terzo turno del Roland Garros. Sin qui nessuna eliminazione di rilievo, anche se qualcuno (Murray, Wawrinka) ha rischiato parecchio. Sono uscite 9 delle 32 teste di serie ma, tra queste, l’unica compresa nelle prime 16 era Cilic. Come noto non c’è Federer, e neppure Monfils. Ennesima figura ridicola dell’Italtennis maschile, con un Fognini sempre più balotellizzato. Anche le donne hanno fallito miseramente, a parte una encomiabile Knapp, unica italiana ai sedicesimi. Ecco le sedici sfide maschili.
Djokovic (1) – Bedene. Bedene ha già vinto il suo torneo e il serbo ne farà scempio con la consueta virulenza. Djokoic arriverà alla semifinale contro Nadal in ciabatte. Agile, in scioltezza.
Coric – Bautista Agut (14). Coric ha un bel futuro davanti, classe ’97 e già 33 al mondo un anno fa. Ora è 43. Il 26 maggio ha battuto Tomic (20) al termine di una sfida di pregio. Bautista Agut è tanto tignoso quanto noioso: una sorta di Ferrer 2 La Vendetta, e a me era bastato già il primo. Favorito Bautista Agut, a cui va dato atto di essere al momento un top ten: è infatti decimo nella Race, la classifica che tiene conto solo dei risultati nell’anno in corso.
Ferrer (11) – Lopez (21). Ferrer non è al top, ma è raro che esca prima dei turni chiave nei tornei che contano. Ancor più sul rosso. Lopez è spagnolo atipico e tronista del serve and volley. Gli scontri diretti vedono Ferrer avanti 9 a 6. Se ci fosse una giustizia terrena, vincerebbe Feliciano. Quindi trionferà il grigissimo David.
Cuevas (25)-Berdych (7). Cuevas ha uno dei rovesci (a una mano) migliori del circuito e non è mai considerato quanto meriti: bel giocatore, esploso tardi. Berdych, soporifero sparapalle efebico, staziona dal 1787 dopo Cristo nella parte bassa della top ten: sempre bravo, mai bravissimo. A mio avviso il suo meglio lo ha dato a Roma, quando si è fatto ridicolizzare da Goffin con un double bagel (0-6 0-6), ma capisco che il mio sia un punto di vista molto personale. Vince Berdych, che con Ferrer ci regalerà poi un ottavo di finale da non vedere mai.
Nadal (4) – Granollers. Partita senza storia. Il Nadal attuale è parente non lontano del miglior Nadal. Nella parte bassa sarebbe arrivato agile in finale, mentre così ha la strada chiusa da Djokovic in semi. Oddio, chiusa: quasi chiusa. Un 15% glielo concedo. Ah: Granollers è arrivato al terzo turno battendo la testa di serie saltata da quelle parti. La testa (di serie) saltata era Fognini. Ops.
Zverev – Thiem (13). Sfida tra i due giovani prospetti più forti del momento (assieme al Mirabile Tamarro Kyrgios). Thiem è ormai prossimo alla maturazione completa e ha quattro anni in più. Oggi vale la posizione 6-8 al mondo, infatti nella Race è sesto. Molto forte e non bruttissimo da vedere. Zverev, classe 97, è un lungagnone con ancora pochi muscoli, ma vincerà tanto. Bella sfida, con Thiem favorito. Ci sarà battaglia: si sono affrontati due volte di recente, sempre quest’anno e sempre sul rosso, in semi a Monaco e cinque giorni fa in finale a Nizza. Ha sempre vinto Thiem, però ogni volta al terzo.
Goffin (12) – Almagro. Almagro sta tornando a livelli decenti (è 49), ma con Goffin parte molto indietro. Il belga, classe 90, è un altro top ten a tutti gli effetti: nella Race è nove. Meno vario di Thiem, geometrico e tattico, poco divertente ma meno mortifero (per dire) di un Gilles Simon.
Gulbis – Tsonga (6). Gulbis si è ricordato di saper giocare e Tsonga, un anno fa qui semifinalista, non sai mai quanta voglia abbia: partita indecifrabile. Ieri il francese ha recuperato due set al sempre divertente Baghdatis. Sulla carta un gran match: di fatto boh. Chi vince parte sfavorito, ma non chiuso, con Goffin.
Raonic (8) – Martin. Lo slovacco era lucky loser ed è riuscito ad arrivare al terzo turno eliminando un caldissimo Pouille. Ha 27 anni, è 133 al mondo e con Raonic riceverà la fucilazione.
Sock (23) – Ramos Vinolas. Parte del tabellone resa orfana da Cilic. Match aperto: Sock è più forte ma l’altro è molto più terraiolo. Chi vince avrà per premio la gogna con Raonic.
Simon (16) – Troicki (22). Credo il match più brutto dell’universo, paragonabile a un Bruguera-Berasategui al challenger di Pieve al Toppo. Tremendo veramente.
Chardy (30) – Wawrinka (3). Wawrinka difende un titolo che non si sa come ha vinto e che di sicuro non vincerà mai più. Ha rischiato tantissimo al primo turno, ma un tabellone molto fortunato può issarlo con agio fino ai quarti (Raonic) e quindi in semi (Murray o Nishikori). Se arriva in finale voto sì al referendum di ottobre, se vince il Roland Garros un’altra volta vado alla Leopolda ad applaudire Andrea Big Leek Romano.
Nishikori (5) – Verdasco. Verdasco, perdente di talento, può far soffrire un po’ quello che è per me oggi il vero 4 al mondo (ma spesso pure 3). Nishikori, se gli tiene il fisico, può arrivare in finale. Per farlo, però, dovrà battere Murray nei quarti e Wawrinka (o Raonic) in semifinale. Non facile, ma gli do le stesse chance di Murray. Forse il 49%, ma solo perché Murray ha più culo che simpatia.
Kyrgios (17) – Gasquet (9). Sfida tra il mio pupillo del passato e quello del presente. Kyrgios ha un talento, una strafottenza e una follia che non hanno eguali tra i ventenni o giù di lì. A tratti (mi) fa impazzire. Sta giocando già da top ten (11 nella Race) e lo vedo favorito. Purtroppo per lui, Nishikori in ottavi sarebbe troppo indigesto, infatti finora ci ha sempre sbattuto la testa (però lottando). Sulla carta gran match, ma Riccardino Cuor di Telone è umorale di default. E l’altro pure.
Isner (15) – Gabashvili. Isner ha sfruttato un tabellone risibile e Gabashvili, che sa giocare ma è pazzo, ha passeggiato sulla follia triste del solito Paire. Match aperto.
Karlovic (27) – Murray (2). Murray ha già lasciato quattro set in due incontri. E’ stanco, perché ha appena fatto finale (persa) a Madrid e (vinta) a Roma. Karlovic ci proverà coi suoi aces a pioggia, ma l’altro ha troppa fortuna. E poi con i bombardieri, tipo lui e Isner, Murray si trova benissimo. Quindi è già nei quarti con Nishikori. Anche se vorrei tanto sbagliare.