Il vicepresidente di Montecitorio Luigi Di Maio e i capigruppo di Camera e Senato ritornano sulla polemica che ieri ha innescato l'ennesima fibrillazione nella maggioranza con i verdiniani e gli esponenti di Area Popolare scatenati contro gli emendamenti dei dem Casson e Cucca
“Quello che sta avvenendo sulla prescrizione è una cosa ridicola, un parlamentare del Pd ha proposto una norma che noi condividiamo, ma Renzi preferisce accordarsi con Verdini e con Alfano”. Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio ritorna sulla polemica che ieri ha innescato l’ennesima fibrillazione nella maggioranza con i verdiniani e gli esponenti di Area Popolare scatenati contro gli emendamenti dei dem Casson e Cucca. “In questo modo – ha aggiunto Di Maio – Renzi sta affondando, ancora una volta, una buona legge in materia di prescrizione”. La proposta dei relatori Casson e Cucca in commissione al Senato (l’interruzione della prescrizione dopo condanna in primo grado) ieri aveva incassato il sì dei 5 Stelle, ma provocato la sollevazione dei centristi e anche di componeni del governo. Come il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, che aveva bollato i testi presentati come “chiaramente un problema che investe il Partito democratico”.
Anche i capigruppo M5S di Camera e Senato Michele Dell’Orco e Stefano Lucidi intervengono: “Il Pd preferisce il condannato Verdini alla lotta alla corruzione (a Firenze a 2 anni per corruzione, ndr) e così cala ancora una volta le braghe ad Ala e Ncd scaricando in modo indecoroso il suo relatore Casson”. Che, sottolineano, “è il relatore del provvedimento sulla prescrizione e chi meglio di lui conosce questo problema visto il suo lungo corso di magistrato che ha lottato contro il malaffare? Eppure di fronte alla disponibilità del Movimento 5 Stelle di appoggiare gli emendamenti presentati dal relatore, il Pd corre subito a rassicurare Alfano e Verdini. È l’ennesima dimostrazione che il Pd è solo un partito al servizio del peggiore status quo”.
La prescrizione si conferma così un nodo in grado di far traballare, se non cadere, il governo Renzi. Se gli emendamenti non venissero ritirati aveva dichiarato Renato Schifani, “si prospetterebbe inequivocabilmente l’ipotesi di una maggioranza trasversale che vedrebbe esclusa Area popolare, così come quella che ebbe a prospettarsi sul tema delle unioni civili, argomento comunque estraneo al programma di governo”. Il consiglio dell’ex presidente del Senato per il Pd era stato chiaro: “Considerare le valutazioni politiche consequenziali agli scenari che si potrebbero determinare su maggioranze trasversali riguardanti un tema sensibile e delicato”.
E oggi Fabrizio Cicchitto (Ncd) ribadisce il concetto: “Vediamo che saggiamente il presidente Zanda ha detto che l’emendamento di Casson sulla prescrizione è una iniziativa presa a titolo personale per aprire un dibattito. Le conseguenze nel merito di quell‘improvvido emendamento sarebbero che in sostanza tenendo già conto dei tempi lunghissimi di una serie di prescrizioni i procedimenti potrebbero essere eterni e tenere in sospeso una persona per circa 30 anni. Sul piano politico poi la situazione è assai semplice: qualora il Pd sommasse i suoi voti con quelli del M5S per votare l’emendamento Casson o cose simili per il futuro dovrebbe chiedere sempre ai grillini di sostenere anche l’attuale governo. Lo dice chi non pensa neanche lontanamente che l’Ncd possa ritornare in una alleanza di centrodestra ma sul terreno del giustizialismo c’è un limite a tutto“.