La tappa di Risoul ha riacceso un Giro d’Italia che per me era tra i più noiosi mai visti e ha fatto partire un film diverso, molto diverso da quello visto per 18 tappe. Il copione è cambiato in pochi chilometri: fra gli ultimi del Colle dell’Agnello e i primi della successiva discesa. Il film che ho iniziato a vedere venerdì ha come protagonista lo “squalo dello stretto”, Vincenzo Nibali che, come il pescecane del film di Spielberg, iniziava a mietere vittime e fare paura. Parliamo per metafore, ma di ciclismo, con un morso in salita e il colpo di coda in discesa, Vincenzo ha fatto fuori Zakarin, detronizzato Kruijswijk, affossato Valverde e messo in crisi Chaves, che si appropriava della maglia rosa. Quella maglia è diventata il nuovo obiettivo, incredibilmente vicino per Nibali che, come lo squalo, torna a inabissarsi prima di riemergere minaccioso nella 20esima tappa.
Con la stessa suspense del film quando, sulle note della sigla di John Williams, lo squalo puntava le vittime, si parte per l’ultima scena. Quella finale. Come tutti i sequel, è attesissimo dai fan ma, non potendo puntare sul fattore originalità, spesso capita che il secondo episodio sia un flop tradendo le attese. Lo squalo 2, il film, non seguì questa regola ed ebbe enorme successo; quello dello Stretto pure, si riprende tutto. Forza, coraggio, cuore e maglia, quella rosa, la seconda della carriera e forse, permettetemelo, la più bella e inaspettata. Sant’Anna di Vinadio pare un traguardo mistico che Nibali ha conquistato con l’angelo che l’ha spinto ieri, ancora a fianco. Questo film, come Lo squalo, è stato un thriller ma anche un romanzo perché Vincenzo ha pianto (per Rosario), ha sofferto e quasi pensato di abbandonare, ha ammesso di essere umano ed è tornato campione vincendo un Giro d’Italia in due giorni.
Programmato? Non importa, l’ha fatto e ci ha fatto scordare il calcolo, le marcature, la lotta per il podio. Tutto o niente, così è Vincenzo, così deve essere il ciclismo. Sono già pronti i tiratori franchi che diranno che mancavano i big, quelli che snobbano il Giro perché vogliono il Tour. Ecco, a loro dico di guardare questo rosa sfavillante che lo squalo ha azzannato e di stare attenti. Il famosissimo tagline dello Squalo 2 diceva “Proprio quando sembrava che non ci fosse più pericolo…” (Just when you thought it was safe to go back in the water…). Lo squalo dello stretto festeggerà a Torino e poi si inabisserà, quando riemergerà, gli avversari dovranno avere paura.