Politica

Marò, Renzi: “Salvatore Girone non parteciperà alla parata del 2 giugno”

I fucilieri di marina, ha detto il premier, non vanno "esibiti come bandierine politiche". Ma le polemiche su una possibile presenza del militare alla manifestazione si sono accese dopo un tweet dello stesso capo del governo. I ministeri degli Esteri e della Difesa temevano di suscitare l'irritazione dell'India e hanno suggerito il passo indietro

Marcia indietro di Matteo Renzi sul caso marò: Salvatore Girone, appena rientrato in Italia, non parteciperà alla parata del 2 giugno. Lo ha affermato lo stesso capo del governo in un’intervista al Tg5. Bisogna evitare, ha aggiunto il premier, che i fucilieri di marina siano “esibiti come bandierine politiche“. E ancora: “Non sono andato ad accogliere Girone a Ciampino proprio per evitare strumentalizzazioni“.

Eppure, le polemiche su una possibile partecipazione di Girone alla parata del 2 giugno si sono accese dopo un tweet dello stesso capo del governo, che lasciavano intendere una sua presenza alla manifestazione: “Confermiamo la nostra amicizia per l’India, il suo popolo, il suo governo. E diamo il benvenuto al marò Girone che sarà con noi il 2 giugno“. Tuttavia, dai ministeri degli Esteri e della Difesa era arrivata una frenata: la partecipazione di Girone alla parata poteva suscitare l’irritazione dell’India. Da qui, il passo indietro del governo. 

Il fuciliere di marina è atterrato a Ciampino sabato pomeriggio, con un volo proveniente dall’India, dove è trattenuto  da quattro anni con l’accusa di aver ucciso due pescatori indiani scambiati per due pirati al largo della costa del Kerala, nel sud dell’India. Il rientro del marò è arrivato nello stesso giorno in cui il Ministero della Difesa indiano annullava un mega-contratto da 300 milioni di dollari con Finmeccanica (Leonardo) per la fornitura di siluri per i sottomarini di Nuova Delhi.

La svolta nella lunga vicenda giudiziaria dei due marò si è registrata nei giorni scorsi con la decisione della Corte Suprema indiana che ha dato attuazione, come richiesto dal governo italiano, alla decisione presa il 29 aprile scorso dal Tribunale arbitrale dell’Aja, secondo cui il fuciliere di Marina avrebbe dovuto attendere in Italia l’esito dell’arbitrato in corso sulla controversa questione che lo coinvolge insieme a Massimiliano Latorre.