Giovanni Spadolini e Gianfranco Fini. L’ultima volta che un ministro della Cultura italiano ed uno degli Esteri si è recato in visita in Grecia risale rispettivamente al 1976 con il leader del Pri e nel 2005 con il fondatore di Alleanza Nazionale. Poi il buio, contando forse sul fatto che i vicini di casa non hanno troppo bisogno di visite ufficiali: basta già la geografia ad accostarli. E invece l’idea tutta euromediterranea di una rete tra simili per tentare di fare squadra e affrontare assieme i curvoni che la congiuntura economica e politica riserva, è senza dubbio più rilevante di promesse generiche o gemellaggi strampalati tra città che, ad esempio, si incontrano una volta ogni cinque anni.

In questo 2016 la Grecia ha ospitato la visita del ministro degli esteri Paolo Gentiloni e di quello della Cultura Dario Franceschini. Certamente per motivi pregnanti (anche se differenti) ma con il risultato di aver (ri)avviato una rinnovata alleanza programmatica. La Grecia, al di là della crisi economica mai sopita e pericolosamente relegata a scomoda periferia da troppi media, è centrale per alcuni dossier.

In primis quello energetico, con l’inaugurazione pochi giorni fa a Salonicco del gasdotto Tap alla presenza del premier greco Alexis Tsipras, del vicepresidente per l’Unione energetica, Maroš Šefčovič, del ministro italiano Carlo Calenda, che poi si sono attovagliati al Forum greco sull’energia, con la presenza dell’ambasciatore italiano ad Atene Efisio Luigi Marras. Al mega cantiere partecipano anche realtà italiane come Sicilsaldo SpA e Tap ha scelto una joint venture composta da Renco SpA (Italia) e Terna SA (Grecia) per l’Engineering, Procurement, Construction (Epc) delle stazioni di compressione del progetto. In Grecia si occupa della fornitura di Epc e messa in servizio di una stazione di compressione a Kipoi. In Albania della fornitura di EPC e messa in servizio di una centrale di compressione a Fier e una stazione di dosaggio a Billisht. Inoltre Tap ha assegnato a Saipem SpA il contratto per l’ingegneria, Pro-procurement, costruzione e installazione (Epci) per la sezione offshore del progetto.

Gas fa rima con Mosca. Il presidente russo Vladimir Putin ha appena concluso una due giorni di viste in Grecia, tra Atene e i monasteri del Monte Athos, siglando una serie di contratti commerciali in tema di petrolio, turismo e commercio, ma con un focus specifico puntato sulle privatizzazioni: la Russian Railways infatti è candidata assieme all’italiana Ferrovie dello Stato ad inglobare Treinose, il vettore ferroviario greco, zavorrato però da 800 milioni di debiti. Un’operazione che si lega alla recente privatizzazione del porto del Pireo da parte della Cosco Cina, il più grande vettore containers del mondo, che scaricherà nell’Egeo migliaia di containers a settimana, contribuendo all’idea di una nuova rete trasportistica sulla dorsale balcanica, ancora tutta da costruire.

E poi c’è la cultura, che vede ad Atene l’eccellenza della Scuola Acheologica Italiana, fiore all’occhiello della formazione tricolore presente in loco sin dal 1909. Poche settimane fa proprio in occasione della visita del ministro Franceschini, è stato sottolineato il ruolo della Scuola Archeologica Italiana in un focus dal titolo “Dalla Grecia all’Italia: i percorsi dell’archeologia nel quadro del Mediterraneo antico” al fine di rimarcare l’esigenza di una partnership comune alla voce cultura. Se c’è un aspetto positivo dell’attuale crisi economica, è che si rendono imprescindibili idee nuove, a costo zero e dall’alto impatto socio-finanziario. E la strategica posizione geografica dell’Italia, molo naturale piazzato nel bacino euromediterraneo, potrebbe rappresentare una nuova linfa. Forse criticità comuni ed esigenze altrettanto comuni di tirarsi fuori dal pantano della recessione potrebbero essere la base per un eurorinascimento mediterraneo. Ma a patto che non siano solo sulla carta.

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