Il reato contestato è l'induzione indebita a dare o promettere utilità, la vecchia concussione. L'ufficiale è accusato di aver indotto il gestore di una concessionaria di Bologna a concedergli in uso gratis tre auto, durante le verifiche fiscali della polizia tributaria sulle società del titolare
Indusse il titolare di una concessionaria a farsi dare in comodato gratuito delle automobili in occasione di una verifica fiscale. Questa almeno è l’ipotesi della procura della Repubblica di Bologna che ha chiesto il rinvio a giudizio per il generale di corpo d’armata della Guardia di finanza Domenico Minervini, comandante interregionale dell’Italia centrale. Il reato contestato è quello di induzione indebita a dare o promettere utilità, in concorso con il titolare di una concessionaria bolognese. La notizia dell’indagine del sostituto procuratore Rossella Poggioli era stata anticipata alla fine di giugno 2015 da ilfattoquotidiano.it. “ Minervini è tranquillo, confida che, con l’attenzione della magistratura, la vicenda venga interpretata come dev’essere”, spiega l’avvocato Lorenzo Valgimigli, difensore del generale. “Confidiamo nel lavoro che farà il giudice”.
Minervini – che tra il 2009 e l’estate 2012 era stato in servizio a Bologna come comandante delle Fiamme gialle per l’Emilia-Romagna – è accusato di aver indotto il venditore a concedergli in uso gratuito una Volkswagen Touareg (poi acquistata da Minervini a luglio 2012) e due Audi A6, una delle quali sarebbe stata tenuta dall’ufficiale fino al giugno 2014 (per poi essere restituita da lui stesso). Tutto, secondo la procura, inizia nel 2010. Il generale nel marzo aveva infatti approvato una serie di controlli su alcune aziende della zona, tra cui la concessionaria in questione. Ed è in occasione di questi controlli da parte dei suoi uomini che Minervini avrebbe iniziato ad andare periodicamente negli uffici della concessionaria, a volte anche in divisa, manifestando il suo interesse per la Touareg. Minervini durante i suoi incontri con l’imprenditore, oltre a informarsi su come si erano comportati i suoi uomini durante i controlli, si sarebbe soffermato sui rilievi che gli erano stati contestati dai finanzieri. Poi, ricostruisce l’accusa, avrebbe riferito del suo incontro con il concessionario agli stessi militari che avevano fatto le verifiche.
L’inchiesta bolognese era nata per puro caso a Napoli, da un banale controllo da parte dei vigili urbani partenopei, che avevano notato un’auto parcheggiata con al suo interno una paletta segnaletica della Guardia di finanza. Dagli archivi l’auto era risultata di proprietà della concessionaria bolognese.
Minervini è attualmente uno degli ufficiali più alti in grado nella Guardia di finanza. È stato comandante regionale in Sardegna e poi dell’Accademia della Guardia di Finanza di Bergamo fino al 2005. Capo di Stato Maggiore del comando interregionale dell’Italia Nord Occidentale di Milano fino al marzo 2009. Dopo il triennio 2009-2012 in Emilia Romagna è andato a Palermo al comando interregionale dell’Italia sud occidentale. Da luglio a settembre 2014 è stato quindi comandante interregionale per l’Italia meridionale con sede a Napoli per poi passare subito a Roma al comando per l’Italia centrale, comando che comprende l’Umbria, l’Abruzzo, il Lazio e la Sardegna.